Il Teatro è conflitto. O meglio, ogni dialogo teatrale è un conflitto, una guerra, un combattimento. Ecco: un combattimento, come quelli che avvengono sul ring.
E a portarci sul ring vero e proprio è il regista Maurizio Schmidt con La contessina Julie che spalanca le porte della stagione del teatro OUT OFF. Le parole sono quelle di Strindberg, autore che sviscera le dinamiche di passione, gioco e dominio tra la Signorina Julie e il domestico Jean. Due calamite che si attraggono e allo stesso tempo si respingono per le differenze di genere, di classe e per le opinioni, quelle di una società svedese di fine Ottocento. Lei, attratta e spinta a scendere in basso e strisciare verso un uomo della servitù e lui, bramoso di salire verso l’alto, la grandezza e il potere.
È così che nasce il testo di Strindberg. Ed è così che nasce anche la regia di Schmidt, che ci colloca in un vero e proprio campo di battaglia, inizialmente dominato secondo convenzione da chi, per nascita e per nome, sta sopra: il Conte e la Contessina Julie, la donna nobile e aristocratica. Petra Valentini, la straordinaria attrice che ne veste i panni è la cavallerizza. Lei è la donna forte, che sta sopra, con il frustino in mano, colei che domina, che cavalca e monta, la donna “con i pantaloni”. Ed è Julie a dettare legge: Petra osserva divertita ciò che accade sulla scena, che si svolge secondo le sue regole e le sue indicazioni, che sono poi le stesse del drammaturgo. È lei a decidere i toni e i tempi con cui Jean e Kristin, la cuoca e fidanzata di lui, si scambiano le battute, è Julie da fuori ad ordinare cosa devono fare. Ha sempre la situazione sotto controllo. Controllo che man mano perde.
Da quando Julie scende in campo per dare via al gioco della seduzione, possesso e predominio nei confronti di Jean; da quell’esatto momento inizia la sua discesa. Inizia a perdere il frustino, poi i pantaloni, i vestiti, i capelli ben pettinati, il trucco così ordinato, e poi la reputazione, ancora dopo la verginità ed infine… Cosa rimane alla fine? Una ragazzina piccola, che tanto ha giocato con il fuoco fino a scottarsi le mani, al punto da cadere tanto in basso, al livello del meschino e pusillanime Jean.
E mentre i due non fanno altro che strisciare sempre più in una melma di degrado, emerge con grande forza il personaggio di Kristin, la cuoca del Conte, giovane donna credente e di forti valori. Ed è proprio l’attrice che le dà corpo, Emilia Scarpati Fanetti, a prendere il posto di Petra nel dettare le regole da fuori. Diventa Kristin il perno, colei che ha il controllo sui personaggi, il motore di come la vicenda deve andare avanti. E sarà proprio lei ad impedire ai due di fuggire insieme, abbandonandoli nella loro piccolezza.
Una regia davvero curata ed originale, assaporabile da ogni tipo di pubblico; un lavoro che fa eco al Cerchio di Thierry Salmon, che permette di vedere sullo stesso palcoscenico gli attori ed il loro modo di entrare nei personaggi.
Ora non avete più scuse, sapete cosa fare questo weekend: andare all’Out Off (Via Mac Mahon 16) a vedere La Contessina Julie, in scena fino a domenica 6 ottobre!
Liberamente tratto da August Strindberg
Con
Petra Valentini (Julie)
Lorenzo Frediani (Jean)
Emilia Scarpati Fanetti (Kristin)
Regia Maurizio Schmidt
Musica dal vivo di Leonardo Ramadori
Costumi Stefania Cempini
Luci e allestimento tecnico Mauro Marasà
Produzione Marche Teatro in collaborazione con Farneto Teatro
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