Fabio Brinchi Giusti è un giovane e promettente scrittore, classe 1990, di Latina. Tra le tante cose (e ci onora) collaboratore di Afterclap, dopo la laurea in Scienze Politiche ha svolto diversi lavori come giornalista, centralinista, social media manager, copywriter e addetto stampa. Ha pubblicato i racconti “Dillo alla luna” e “666 app”, ma oggi parleremo soprattutto del suo primo romanzo: “Colpo di Stato su un asteroide”. Fra gli imperativi della nostra cultura popolare c’è quello di non giudicare un libro dalla copertina, ma difficilmente si troveranno un titolo e un’illustrazione più invitanti di quelli che avvolgono il romanzo di Fabio.
Opera di fantascienza originale, portata avanti attraverso una “leggerezza profonda”, il libro racconta gli avvicendamenti politici sopra un asteroide non lontano dalla Terra, e non solo fisicamente. Un futuro post-tecnologico e al tempo stesso drammaticamente contemporaneo. Protagonista è l’imperatore Tataka, presentato fin dalle prime pagine nella sua dolce insicurezza, anche se non per questo del tutto assolto nel corso del romanzo; antagonista, da classica sinossi, Garka che effettuerà il colpo di Stato con strumenti che fanno parte del nostro dibattito pubblico quotidiano. Ma i personaggi sono numerosi, psicologicamente ben caratterizzati, così come la rappresentazione degli scenari e degli accadimenti del mondo immaginario non è solo abbozzata ma spesso minutamente tratteggiata. Punto forte del romanzo, ad avviso di chi scrive, è il finale dal gusto sardonico, che ci lascia ponendoci scomodi interrogativi anche sull’apparente stabilità dell’ordine politico in cui viviamo. Proviamo ad approfondire con l’autore stesso.
Caro Fabio, grazie per aver accettato di fare queste quattro chiacchiere. Raccontaci la genesi di questo libro e le modalità di pubblicazione, che sicuramente interessano anche ad altri aspiranti scrittori
“Colpo di stato su un asteroide” nasce nel periodo in cui stavo scrivendo la mia tesi di laurea, dedicata al complottismo e alle sue conseguenze. Passai mesi e mesi completamente immerso in teorie del complotto, paranoie, dietrologie, teoremi, fu un periodo bellissimo ma anche faticoso per l’equilibrio della mia psiche. Il giorno della laurea, il presidente di commissione mi domandò fra il serio e il faceto: “Lei ha passato sei mesi a leggere libri sui complotti. Cosa ha fatto per non diventare pazzo?” A lui risposi ridendo, ma ciò che feci per non diventare matto fu proprio scrivere il romanzo! Qui provo ad immaginare una realtà più simile a quella dipinta quotidianamente dai complottisti, dove le paranoie si realizzano davvero e dove esiste davvero un complotto spietato dietro le quinte per prendere e controllare il potere. Giunto alla fine, inviai il manoscritto a diverse case editrici finché non fu accettato da bookabook e diventò realmente un testo completo al 100% attraverso il successo della campagna di crowdfunding che si svolse nel corso dell’estate 2017. “Colpo di stato su un asteroide” non avrebbe mai visto la luce se ben 150 persone non avessero deciso di investire nel progetto, preordinando una copia. In seguito è uscito in libreria e nei vari store online, piazzandosi anche ai primi posti delle classifiche di vendita della fantascienza italiana.
Oltre a questo riconoscimento, la tua scrittura è stata paragonata a quella di Stefano Benni, e in alcuni passaggi effettivamente l’ha ricordata anche a me per la leggerezza con cui veicolavi contenuti malinconici. Quali sono gli autori che ti hanno ispirato?
Stefano Benni è sicuramente uno degli autori che mi hanno ispirato. Fra gli altri mi sono rifatto ai grandi nomi della fantascienza del ‘900 come Asimov e Philiph Dick, tentando di imitare il loro stile pulito e preciso, la loro fantasia e la loro capacità di descrivere il presente ambientando il tutto in scenari futuri e post-tecnologici.
La fantascienza è un mezzo per lanciare messaggi in chiave metaforica. In questo libro è nata prima nella tua mente l’ambientazione o il messaggio?
Credo che messaggio e ambientazione siano nati contemporaneamente, man mano che scrivevo il romanzo.
Secondo te esiste un target cui possa essere particolarmente rivolto “Colpo di stato su un asteroide”?
Ho notato che il libro piace molto ai maschi fra i 20 e i 40 anni. Nelle presentazioni che ho fatto in giro per l’Italia era presente soprattutto un pubblico così… ad ogni modo ho ricevuto riscontri positivi da persone di tutta le età, generi o orientamenti sessuali e mi piace pensare di aver scritto un romanzo capace di piacere a tutti.
A più riprese salta all’occhio una critica (talvolta satirica) ai meccanismi dei social. A proposito ti chiedo: pensi che il problema stia più in manovratori “dall’alto” o nell’utente medio “dal basso”?
Non so dare una risposta netta a questa domanda. Credo ci sia un concorso di colpa, da un lato un utente dal basso che non fa nulla per migliorare il proprio approccio ai social, dall’altro un bombardamento continuo da parte di politici, media, giornalisti, influencer vari che non esitano a diffondere notizie false o stravolte per aumentare il proprio seguito e condizionare l’opinione pubblica. Dobbiamo avere sempre senso e spirito critico quando approcciamo al Web e alle informazioni che il Web ci trasmette. Purtroppo la tentazione di credere d’istinto a tutte quelle notizie che confermano le nostre idee e la nostra visione del mondo è fortissima e quasi sempre cediamo e condividiamo. Qualche tempo fa ho fatto un calcolo, quasi tutte le notizie che causano l’indignazione dell’opinione pubblica o di una parte di questa, erano notizie diffuse in maniera distorta, falsa o parziale. Si scopre sempre, ad indignazione avvenuta, che le cose in realtà erano andate in un’altra maniera. Eppure nonostante questo non vedo nessun cambiamento: le persone continuano a credere a tutto ciò che conferma le loro impressioni e i diffusori di notizie continuano ad agire in maniera superficiale e capziosa. Un tempo bastava diffidare di siti come notizieverevere.com per stare tranquilli, oggi anche la credibilità dei media tradizionali vacilla pericolosamente. Diventa difficile, se non impossibile, costruirsi una propria opinione ragionata sui fatti e di conseguenza anche votare in maniera consapevole. Penso che il problema sia esteso e di dimensioni sempre più gravi e onestamente non vedo quale potrebbe essere la via d’uscita. Sono sinceramente preoccupato.
Da Colpo di stato su un asteroide non emerge alcuna ideologia o visione superiore, ma un mondo in cui la politica è in totale balia del capriccio delle masse, delle superstizioni: e la cosa interessante è che ciò accade anche nel bene oltre che nel male. Ritieni che le recenti crisi del populismo stiano dimostrando che le nostre democrazie liberali si basavano su assestamenti contingenti più che su granitiche condivisioni di valori?
Leggendo gli appunti di Norberto Bobbio, scritti negli anni ’80, emerge che la crisi della democrazia liberale viene in realtà da lontano. La democrazia ha i suoi limiti e tali limiti ne condizionano da sempre l’esistenza e la sua capacità di dare un buon governo alle varie nazioni del mondo. Più che dal populismo, credo che la vera sfida alla democrazia stia arrivando da realtà come la Cina. La Cina è uno Stato autocratico, dove non sussiste neppure la parvenza di democrazia, ma che conosce nonostante questo, tassi economici di crescita più alti di quelli degli stati democratici e sembra ottenere risultati migliori anche sotto il profilo del benessere collettivo e della stabilità sociale. Non tutto è così limpido, la Cina è un mondo pieno di sfumature ma il loro governo è abilissimo nel nascondere la polvere sotto il tappeto e a mostrare all’occidentali un modello che appare più florido di quello che conosciamo noi. Dobbiamo riscoprire la bellezza della democrazia, tornare a credere nella forza di un sistema che garantisce ad ogni essere umano la libertà: la libertà di pensare, la libertà di esprimersi, la libertà di riunione, la libertà artistica e scientifica; persino la libertà di cercarsi e costruirsi la propria felicità. È uno dei diritti inseriti nella Costituzione americana, alla base di molte lotte dell’illuminismo, e una conquista tutt’altro che scontata. Dobbiamo essere affamati di libertà, innamorati della libertà a tal punto da considerare la libertà come l’aria. Senza libertà, manca il respiro, si soffoca, si muore asfissiati.