La musica popolare (pop) è difficilmente definibile: secondo Fred Frith le caratteristiche del genere includono lo scopo di attrarre un pubblico generale, piuttosto che una particolare sub-cultura o ideologia.
Oggi i due nuovi generi che sono arrivati a sfondare le classifiche internazionali sono la reggaeton e la trap, sebbene entrambi provengano dall’hip-hop i due generi hanno caratteristiche ben definite. La reggaeton è nata in Portorico ed è riuscita ad imporsi a livello globale grazie ai suoi ritmi caraibici: è molto più melodica della trap e proprio per il suo stile è divenuta la musica da ballo per eccellenza.
Ci sarebbero molte cose da approfondire sulla reggaeton, oggi però vorrei soffermarmi sulla trap che da quest’anno si è imposta preponderantemente sugli altri generi sfornando un susseguirsi di successi sia a livello globale che a livello locale. La prima differenza tra i generi è che mentre la reagetton è rimasta legata prevalentemente ai paesi di lingua ispanica, la trap è riuscita ad integrarsi in ogni paese facendo emergere una miriade di artisti da qualunque parte del globo.
Ma quali sono le caratteristiche della musica trap? Il genere è caratterizzato da testi cupi e minacciosi, che comunque possono essere molto diversi per ogni rapper. I temi tipici rappresentati nei testi sono la vita di strada tra criminalità e disagio, la povertà, la violenza, lo spaccio di sostanze stupefacenti, e le dure esperienze che l’artista ha affrontato nei dintorni della sua città. La parola “trap” deriva da trap house, appartamenti abbandonati (solitamente nei sobborghi di Atlanta) dove gli spacciatori americani preparano e vendono sostanze stupefacenti.
L’obiettivo del genere è di rappresentare uno scorcio di criminalità ma molto spesso il messaggio è fuorviante e finisce per elogiarla: questa è l’altra faccia della trap (nello slang “spacciare”). Una rivolta diffusa, il proliferare di un’etica del male, un fenomeno paragonabile a quello punk ma più pragmatico, senza nessuna connotazione ideologica e pregno di disagio.
E’ su questo ultimo punto che vorrei focalizzarmi: il disagio. E’ tipico nelle nuove generazioni, una rabbia repressa che proviene da un atomismo acuto. Le cause sono a mio parere da trovarsi in un errato uso dei social e nella crisi economica recente che ha ancora lasciato cicatrici nei modi di vivere delle persone. In Italia la situazione è diversa, la crisi si sente ancora e molto: è per questo che oggi il principale tema della trap italiana sono i soldi.
Sfera Ebbasta è il primo che recita: “Non ho mai chiesto niente a nessuno lo giuro, colpo grosso tu invece sei sopra a un tapis roulant, corri sul posto”. Questo tema è affrontato da ogni testo trap italiano in maniera differente: i trapper non solo si paragonano a degli imprenditori ma si vantano di quanti soldi hanno. Ci sono pure “artisti” che insultano la stessa musica che stanno cantando e il pubblico che è capace di ascoltare simili idiozie.
Mi stupisco quindi di come la musica pop sia caduta così in basso nell’ultimo periodo; certo era già un po’ che si vedeva un progressivo deterioramento e non che la musica pop sia mai stata apprezzata pienamente dai critici musicali, ma ora siamo arrivati ad un punto dove la popolarità del genere e i valori che esprime minano seriamente la capacità critica di milioni di ragazzi. Questo discorso non comprende però tutti i progetti artistici trap che hanno come obiettivo dimostrare una realtà distorta senza pregiudizi morali.
Arrivati così in basso, quale sarà il futuro della musica pop? Il problema non sono tanto la trap o la reaggeton che in realtà al loro interno hanno anche molti artisti interessanti. Il vero problema, che s’incontra in quasi tutte le arti, è che l’arte pop è completamente degenerata, tanto da essere definita trash (spazzatura): non vi è in essa alcun filo conduttore, alcun messaggio e non si vuole nemmeno sdoganare dei canoni precedenti poiché è parte di un processo degenerativo.
Nel frattempo però milioni di artisti, nella loro nicchia, continuano a sperimentare musica con pezzi che producono 1000 visualizzazioni su YouTube, dietro una ricerca e un’esperienza spaventosa che però non dà i risultati sperati. Questo è il paradosso della musica di oggi: la domanda non incontra l’offerta e gli artisti rimangono sconosciuti facendo emergere molti nostalgici che si focalizzano sulla musica degli anni’60/70 perché non hanno il tempo o la volontà di spulciare in giro. E loro dovrebbero aprire gli orizzonti perché di bella musica ce n’è; certo non la si trova nella radio (eccetto qualche stazione) o nei “Music Awards” ma arrendersi a Sfera Ebbasta vuol dire non essere in grado di reagire e quindi far parte di questo deterioramento.
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