Immaginatevi una ragazza buffa e un po’ goffa che vive tra i ghiacci canadesi e che di professione fa la bibliotecaria. Ora invece, zoommate su un allampanato senzatetto parigino, cosa in realtà non troppo vera perchè un tetto ce l’ha ed è quello di una piccola tenda verde in riva alla Senna. E infine, visualizzate una simpatica zia ottantottenne che fugge ovunque, pur di scampare alla casa di riposo e a quell’insopportabile infermiera che non fa altro che darle la caccia.
Et voilà: il gioco è fatto!
Ed è proprio sul set di “Parigi a Piedi Nudi”, l’ultimo film della straordinaria coppia di registi Dominique Abel & Fiona Gordon, che prendono vita questi insoliti strampalati e divertenti personaggi. Il film, arrivato nelle nostre sale quest’anno, è una commedia tipicamente francese, che coinvolge lo spettatore con la comicità dal vago sapore “vintage”, senza mai cadere nella ripetitività e nel “già visto”, grazie a un equilibrio tra l’arte clownesca e quella mimica dei maestri Assoluti quali Chaplin e Tati. L’intreccio quasi Ariosteo si rivela da subito labirintico. Ogni personaggio ha un “oggetto del desiderio”, da inseguire e raggiungere con tutte le sue forze, attraversando mille peripezie: meccanismo dall’inevitabile risvolto comico. Ma si sa: i nostri Plauto e Menandro già la sapevano molto lunga sul tema!
Ma tornando a noi e al film: Dom (Dominique Abel) insegue innamoratissimo Fiona (Fiona Gordon), che a sua volta cerca spaesata la sua povera zia Martha, che, ignara di tutti gli accadimenti intorno a lei, tenta solo di raggiungere la libertà, cercandola in lui, Duncan (Pierre Richard), il suo grande e antico amore. Ad interpretare Martha è la splendida e intensa Emmanuelle Riva, che ci ha regalato il suo ultimo sorriso con un personaggio divertente e inedito rispetto ai ruoli drammatici e sconvolgenti del passato che ci hanno stregato e fatto innamorare di lei.
Una commedia colorata, leggera e divertente, ai limiti del surreale, ma che cela dietro i suoi toni ludici e lievi un ventaglio di emozioni e di sfumature del reale.
Del resto, è solo a piedi nudi, nella finzione cinematografica come nella vita, che possiamo essere davvero noi stessi, per accogliere ed amare l’altro senza riserve.
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