Perché Aldo, Giovanni e Giacomo non fanno più ridere?

Perché Aldo, Giovanni e Giacomo non fanno più ridere?

Mettiamo subito in chiaro una cosa: io voglio bene ad Aldo, Giovanni e Giacomo. Il loro modo di far ridere e divertirsi è diventato il mio, ne sono stato totalmente colpito. Sono uno di quelli che quando parlano sottolineano quello che dicono con il classico gesto di Giovanni (quello di “C’ha sotto il cannone”), unito alla sua ironia polemica. Sono uno di quelli che ridono soltanto pensando ad Aldo, ai suoi modi di dire e di pensare, che “l’importante è che se muori me lo dici prima”. Adoro Giacomino che fa l’intelletuale triste ma anche il vecchietto che vuole che venga fatta la multa ad Ajeje o che “apprezza” Carabaggio.

Sono uno di questi e chi legge, 9 su 10, è esattamente come me. Proprio per questo vado al cinema a vedere i nuovi film del trio, proprio per questo faccio fatica ad uscire la sera se passano in tv Tre uomini e una gamba o La leggenda di Al, John e Jack; ma nonostante tutto questo, o forse proprio per tutto questo, sono anche tra quelli che hanno dovuto vederli fare film brutti, mediocri che, banalmente, non fanno più ridere. La domanda che viene spontanea è: ma come può essere che non facciano più ridere?

Partiamo dal fatto che, umanamente, bisogna concederglielo: non sono molti, anzi forse nessuno, i comici che hanno fatto ridere, per oltre 20 anni, a teatro, in tv con sketch come a Mai dire gol e anche al cinema. AGG hanno fatto ridere ovunque e in mille modi diversi, e quindi il fatto che le loro ultime produzioni non siano più all’altezza di quelle passate è naturale, un inevitabile effetto collaterale di una carriera altresì incredibile. Detto questo, proviamo a vedere cosa è mancato negli ultimi film per capire il motivo per cui siano meno divertenti.

1) A teatro e in tv soprattutto, ma anche al cinema, la comicità di AGG è stata molto basata sulla fisicità. Battute rese al massimo da un gesto del corpo, una posizione, una mossa che, con il banale passare del tempo e dell’età diventa più difficile fare, per semplici ragioni fisiologiche. Basti pensare a “I Bulgari”, Aldo che canta la battaglia di Magenta, Giovanni che fa il cammello, Giacomino che fa Tafazzi. E’ un aspetto forse meno considerato, ma fondamentale nel loro far ridere.

2) Sono invecchiati loro e, con loro, è cambiato anche il pubblico. Quando AGG hanno iniziato a far ridere tutti, i primi spettatori erano per lo più persone della loro età: italiani nati negli anni 60 entrati nell’età adulta di cui loro, come nessuno, sapevano raccontarne pregi e difetti. Le passioni sincere e incontrollabili per il calcio, gli amori belli e complicati, trovarsi ad affrontare i problemi della vita adulta con le persone con cui si è cresciuti da sempre. Aldo ha nel portafoglio una foto degli amici, che sono sempre con lui, anche quando perde miliardi di piastrine. Questo loro pubblico ha trasmesso la passione ai figli, che intorno ai 10-12 hanno iniziato a morire dal ridere con Tre uomini e una gamba per poi apprezzare tutto il resto della loro produzione. Chi è ragazzo oggi arriva più difficilmente a contatto con quanto fatto 20 anni fa, li conoscono meno e di conseguenza più difficilmente li apprezzano. Inoltre, proprio per il cambiare del tempo si costruiscono una mente comica diversa. Oggi fa ridere un youtuber che monta i suoi video in maniera brillante, che usa gli elementi dei social per prendersi in giro. Esattamente come facevano loro, solo con altri aspetti. Questo fa sì che non ci sia quel passaggio di consegne capace di tenere sempre in auge il trio, sul quale si è posata una patina vintage che rende automaticamente superato qualunque cosa facciano. E’ semplicemente, quindi, passata la loro generazione.

3) Strettamente collegato al punto successivo, c’è quello relativo alla loro sopravvivenza sui social. Grazie ai loro canali Youtube e a pagine Facebook che puntualmente ripropongono le loro gag, i fan possono ancora ricordarsi tutte le meravigliose trovate comiche del passato. Questo però rende ancora più difficile riconoscersi nei nuovi film da una parte, perché viene naturale il paragone con un passato fin troppo lucido nella mente dei fan; al tempo stesso rende immortali singole scene, che tutti conoscono ma che solo pochi sanno realmente contestualizzare. Per intenderci: il “Domani ti sposi?” – “Si ma niente di serio”, fa ridere anche così da sola, ma fa ancora più ridere se sai che loro stanno facendo 1000 chilometri per sposarsi, che Giacomino cova qualcosa fin dall’auto grill perché c’ha gli occhietti dell’ammmmore. La loro vita social gli permette di sopravvivere ancora oggi, ma contemporaneamente ne ammazza la poesia.

4) I film, soprattutto, erano belli oltre che divertenti. In tre uomini e una gamba portano sul grande schermo molte delle loro gag teatrali ma le condiscono con il viaggio on the road e il rapporto di amicizia, due ingredienti assolutamente invincibili. Idem con Così è la vita e Tu la conosci Claudia: una macchina come scenario di tutto. Chiedimi se sono felice è un capolavoro che sa far commuovere oltre che ridere, Al John e Jack invece andrebbe rivisto mille volte per ridere ogni volta più di quella precedente. Ma dopo film di questo genere, era difficile fare meglio, avevano già fatto tutto. Sono film super in cui avevano già toccato tutti i punti e gli aspetti possibili della loro comicità: amore, amicizia, rabbia e invidia. Avevano già dato tutto loro stessi ai film. Chiaramente anche per ragioni economiche, non hanno potuto rifiutare la possibilità di fare altri film, ma al tempo stesso avevano la consapevolezza di dover cambiare registro per non essere ripetitivi. Non a caso nelle pellicole successive non sono più Aldo Giovanni Giacomo, ma sempre delle maschere. Tante clip nel Cosmo sul Comò, il Ricco, il Povero e il maggiordono e i vecchietti in Reuma Park, nel quale loro si fanno prendere dall’auto nostalgia riempiendo il film di vecchi spezzoni e molto poco, se non zero, di nuove cose divertenti. AGG poi non sono mai stati comici politici, mai sulla stretta attualità: un film come quelli di Checco Zalone, che prendere in giro il posto fisso o la paura verso i terroristi, loro non lo possono fare perché mai si sono mossi su simili argomenti.

Attaccarli perché non fanno più ridere è ingiusto, oltre che limitante. Loro potrebbero benissimo ritirarsi e basta, ma bisogna capire che chi ha fatto ridere per una vita sia sempre alla riceca di quel senso di auto compiacimento e piacere quasi fisico di sentire la gente ridere dopo che si è detto qualcosa. Chi gli vuole bene deve capire questo e accettarlo, come si vede invecchiare il proprio giocatore preferito. Gioca meno bene, non è più come una volta, ma non per questo ha perso il talento. Sa essere ancora geniale, ma non ha più il ritmo (che sia di gioco o comico) di una volta. E’ semplicemente passato del tempo e per questo non si può che dire grazie per aver regalato così tante risate o colpi di classe. Comici come AGG riescono a entrare nella quotidianità delle persone, che possono rivivere le stesse scene comiche che loro raccontano tutti i giorni. Tutti almeno una volta, quando gli amici ci aspettano, abbiamo detto: “Finisco la peperonata e arrivo”, con conseguente battuta di risposta. Aldo Giovanni e Giacomo ci hanno fatto ridere di noi stessi senza rendercene immediatamente conto. Ci hanno insegnato quanto possa essere auto ironica la nostra vita.

Ci sono voci che faranno altri film e io andrò a vederli per ricercare quelle piccolezze che mi fanno tanto ridere, quelle smorfie, quelle dinamiche interne loro che ricorrono in ogni film e che conosco a memoria. E pazienza se il film sarà poi brutto brutto brutto, come diceva il poliziotto Huber.

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