di Giulia Mastropietro
In scena due nuove produzioni e due grandi ritorni.
Tutte le novità che arrivano dalla nostra chiacchierata con Alessandro Onorato, fondatore e regista de iBirbanti.
“Non sono mai stato ambizioso quanto in questo momento”.
Con questa frase il regista riassume più o meno tutti i quarantacinque minuti della nostra chiacchierata. Non conoscevo Alessandro di persona, avevo visto solo i suoi ultimi due spettacoli (Diva’s e La dolca confusione) e non sapevo bene come prepararmi all’intervista così mi sono studiata un po’ la storia della ormai storica compagnia di Milano, attiva dal 2011, quando fu fondata da Alessandro stesso insieme a Luigi Leanza e Chiara Verga. Da quell’anno sono andati in scena con nove produzioni: Nonostante tutto, l’amore , Lunga Notte a Casablanca, Kalissa Faust, Non si spara sugli attori! , Le donne di casa Goodfellow, Dracula, Au manoir Saint Germain, Diva’e e La dolce confusione, oltre all’opera firmata AIT (Avanzate Idee Teatrali) Charity Party, le cui locandine riempiono i muri della sua casa.
Con La dolce confusione hai completato la trilogia francese. Sei rimasto soddisfatto del risultato?
Sì, direi di sì. È stato un bell’esperimento, bello ambizioso. Ha lasciato buone sensazioni a tutti, a chi ci ha lavorato e a chi lo ha visto. Ha lasciato come la voglia di averne ancora. Non ci sarà però un quarto capitolo, la storia delle sorelle Cohen, almeno per il momento, finisce qui. Sicuramente ci saranno altre date dell’ultimo capitolo, quello sì, perché non è stato ancora sfruttato a pieno.
Avete già qualcosa in mente?
Sì, sicuramente Nizza, a metà Novembre, e qualche altra data lì in zona, forse Livorno o Genova. Vorrei alla fine chiudere la produzione con un’ultima data a Milano, magari in un teatro più grande [rispetto al Filodrammatici, dove vanno solitamente in scena, ndr] , e chissà che non si possano vedere anche un paio di scene inedite.
Intanto hai scritto qualcosa per iBirbanti quest’estate?
No, ci ha pensato Chiara. Ha lavorato su un adattamento decisamente particolare della Tragedia di Macbeth. Ha lavorato su un testo essenziale, moderno, molto incisivo, davvero un bel lavoro.
Quando potremmo vederlo?
In primavera. Stiamo valutando di presentarlo con una colonna sonora originale e con un grande lavoro anche sul lato video, che però potrebbe richiedere un po’ di tempo.
Come lavorerete l’anno prossimo? Sarà strano fare la regia di un adattamento che non hai curato tu? Come vi dividerete i compiti?
Io e Chiara lavoriamo insieme da anni e non ci saranno particolari problemi, certamente si prenderà più spazio rispetto ad altri lavori ma già in passato abbiamo lavorato alla pari, è sempre stimolante.
Il casting?
Faremo probabilmente un casting interno ai birbanti, e solo se dovesse andare particolarmente male prenderemo gente da fuori. Si tratta di soli 5 ruoli in realtà.
E tu hai scritto nulla?
Sì, un’opera originale per AIT. È un lavoro che posticipo da anni, “molto” liberamente ispirato a un romanzo di Palahniuk. Finalmente è pronto, ci ha messo quasi tre anni a maturare.
Riprenderai il team creativo e il cast di Charity Party?
No, AIT è un progetto teatrale, non una compagnia. Voglio costituire un team di lavoro totalmente ex-novo. Farò i casting a fine mese e contemporaneamente sceglierò il team creativo e quello tecnico. Più di metà dei partecipanti dovranno avere una buona conoscenza dell’inglese visto che il progetto è destinato ai festival internazionali, sicuramente Edimburgo e Londra… Ne ho anche un altro paio in mente. Comunque non ho intenzione di portarlo in Italia, in questa prima fase.
Beh, di carne al fuoco ne hai già messa tanta. Il ritorno sulle scene di Kalissa Faust , di cui si era molto parlato in primavera, è posticipato?
No… (ride)
Come no?
No, stiamo solo aspettando l’occasione giusta. Mi piacerebbe riportarlo quest’anno per Halloween, me è tutto da vedere…
Hai sempre parlato dei birbanti come di un gruppo di amici, come la vedi ora dopo diversi anni di lavoro?
Beh, è chiaro che i rapporti evolvono ed è più facile essere legati con persone con cui lavori da anni che a nuovi arrivi… Oggi poi la compagnia continua ad evolversi. Da compagnia eravamo diventati Movimento Artistico, poi di nuovo solo associazione… Oggi lavoro affinchè diventi qualcosa di più simile ad una community.
Come li vedi i tuoi Birbanti tra 10 anni?
Bella domanda. Quando abbiamo iniziato eravamo dei ragazzi che avevano voglia di divertirsi, ora siamo uomini, più o meno responsabili che magari fanno anche altro oltre a recitare, che non è il mestiere unico per diversi di noi, siamo cresciuti semplicemente. Ci sarà una compagnia teatrale, come sempre, fatta magari di padri e madri di famiglia o di architetti, avvocati, manager che continueranno a mettersi in gioco. Continuerà sporadicamente anche AIT per singoli progetti professionali.
Bene, mi sembra che di voglia ce ne sia tantissima.
Non sono mai stato ambizioso come in questo momento.
Un’ultima domanda: il sogno di girare un film birbanti continua a rimanere tale?
Per il momento sì. Però qualcosa si muove, speriamo nella direzione giusta.