Profumo di mare dalla avveniristica Valencia

Profumo di mare dalla avveniristica Valencia

Ti aspetto

dove la mia città scompare

e l’orizzonte è verticale,

ma nella foto hai gli occhi rossi e vieni male”

Così continua la canzone di Cremonini e così continua il nostro viaggio, stavolta però alla volta di una città ispanica.

Quando ho visitato questo centro urbano quello che mi ha colpito sono state le sue due diverse anime: una tecnologica, all’avanguardia e l’altra medievale e rinascimentale.

È così che questa città, Valencia, mi ha affascinato.

Decidete voi se partire nella visita dall’area nuova, moderna, che dopo anni è stata imitata dal quartiere delle Tre torri e da piazza Gae Aulenti a Milano, o se dedicarvi al mistero della città del passato. Io, che sono più nostalgica, comincerò da qui.  

Partiamo dal pezzo forte ovvero il mercato della seta o Lonja de la Seda, dichiarato Patrimonio dell’Unesco dal 1996. Ammirate le ampie e regolari sale con architetture tardogotiche. Quello che mi ha colpito, oltre all’armonia e grandezza degli spazi, sono le decorazioni che già ricordano quelle arabe: portali finementeornati con archi a punta e tante alte colonne equidistanti lungo tutta la sala.

Sempre nel centro storico, la Cattedrale di Valencia è insolita perché nasce da una commistione di stili, testimonianze dei vari passaggi dei popoli che si sono succeduti nella storia che sono evidenti nei tre portoni d’ingresso: romanico, gotico e barocco. Curiosa poi la leggenda che vuole che il Santo Graal sia conservato in una sua cappella. La sua torre ottagonale del XV secolo, alta quasi 51 metri, è chiamata El Miguelete perché la sua campana venne consacrata il giorno di San Michele. Salite la scala a chiocciola e osservate tutta la città  nell’ora del tramonto,  si respira profumo di mare.

Infine delimitano Valencia a nord e a ovest tante torri, sempre gotiche, sopravvissute all’abbattimento della preesistente cinta muraria, che ora rappresentano le porti d’ingresso alla città: le torri de Serranos e le torri de Quart. Le prime funsero da carceri per nobili fino all’Ottocento.

Questa anima antica della città, più trascurata e dai colori più grigi, mi ha ancora di più meravigliata se messa a confronto con l’area moderna, ordinata e bianca. Non avevo mai visto, quando visitai la città, nulla di così avveniristico.
La Città delle Arti e delle Scienze ha delle strutture moderne chesembrano dei grandi occhi argentati aperti, con tanto di palpebra e iride, immersi in specchi d’acqua e prati verdi molto curati. Vi è poi il museo della scienza che ricorda lo scheletro di un dinosauro.

Il polo culturale concentra cinema, planetario, esposizioni scientifiche, parco oceanografico, auditori per qualsivoglia eventi, teatri, in un’unica estesa area di 350.000 metri quadrati. Visitandola, potrete osservare i delfini nell’acquario più grande d’Europa, assistere ad eventi sportivi all’Agora, passeggiare nei giardini urbani sotto archi bianchi e tra filari di palme, vedere film con immagini ad alta risoluzione su schermi giganti, ascoltare opere classiche al Palazzo delle Arti Regina Sofia seduti comodamente su poltrone che permettono di seguire lo spettacolo con il traduttore simultaneo.

Queste architetture leggere, moderne e spettacolari sono il cuore pulsante di Valencia che racchiude tutta la creatività e inventiva del suo artefice: il noto architetto Santiago Calatrava.

Camminare all’interno di questo complesso è la vera meraviglia di Valencia, vi sembrerà di aver viaggiato nella macchina del tempo e di essere stati catapultati magicamente nel futuro!

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