Candidato a 4 premi oscar, “Chiamami col tuo nome”, è un film da vedere assolutamente.
Tratta il tema del primo amore, di come cambi la nostra vita, stravolgendola completamente fino a distorce il modo in cui ci approcciamo ad essa.
È la storia di Elio e Oliver di rispettivamente 17 e 25 anni. La loro relazione non è da considerarsi come la “solita omosessuale” che siamo abituati a vedere nello schermo. Questo perché il film parla di due persone che si amano, non è incentrato sulla presa di coscienza di sé o sulla personale natura sessuale di ognuno di noi. Non ci sono né pregiudizi né dubbi, il loro rapporto è puro e semplice, entra sottovoce quasi in punta di piedi. Non è improvviso o provocatorio.
Sarà cruciale il breve periodo passato insieme per la loro esistenza, come accade spesso ci rendiamo conto di quanto un’esperienza sia stata importante solo quando ormai è giunta alla fine. È il caso dei protagonisti: Oliver era lì non per innamorarsi, ma per studiare e farsi una vacanza all’italiana, Elio lo vedeva come il solito “usurpatore” della sua stanzetta. Il massimo sforzo era di dover prestare la sua camera da letto, chi si sarebbe immaginato cosa sarebbe successo dopo?
Tutte gli episodi belli accadono quando decidiamo di aprirci, o senza decisioni ci lasciamo andare. Non è una mossa così scontata. Spesso rendiamo i sentimenti più complicati di quanto non siano in realtà. Adoriamo la drammaticità e ci preoccupiamo quando non c’è, tanto da usare frasi come: “Litigano troppo poco, siamo sicuri che vadano bene insieme?”. Pensiamo di sbagliare e di conseguenza, senza rendercene conto, roviniamo tutto.
Dovremmo vivere in modo più coraggioso, evitare il troppo conformismo, vivere alla Supertramp, senza una routine troppo asfissiante.
Questo ce lo ricorda il padre di Elio, nel suo discorso finale:
“è più facile per la maggior parte di noi vivere come se avesse a disposizione 2 vite […] invece di vita ce n’è una. Cuore e corpo ci vengono dati una volta sola”
In ciò Chiamami col tuo nome rompe tali schemi: mostrandoci un amore non considerato naturale, una famiglia non tradizionale con valori artistici e morali non da tutti. Mostra le anime tormentate di Elio e Oliver, soprattutto il più giovane che è visto esteriormente come molto maturo per la sua età e pieno di conoscenza, ma è il primo a confidarsi e ad ammettere che sa poco delle cose che contano.
Mostra la voglia di conoscere, di imparare e di lasciarsi andare.
Mostra anche il dolore, che culmina alla fine con Elio davanti al camino. Un dolore a sé, diverso da tutti gli altri. Chiunque ci passa, è quello del primo amore, così forte e tempestoso, tanto da farti venire paura di non riuscire a superarlo mai. Ma senza di esso non potremmo essere chi siamo ora, è fondamentale.
“Non invidio il dolore in sé, ma te lo invidio questo dolore”
Un’altra secchiata d’acqua fredda da parte del padre di Elio, un altro modo per ricordarci che in quel momento, quando soffriamo di più e non pensiamo di poter andare avanti…ecco lì siamo veramente vivi. Il sentimento è talmente forte. Ironico no? Soffriamo e ci sentiamo morire, non vediamo vie d’uscita eppure sono in quei momenti i cui sentiamo di vivere davvero.
Infine la storia di Elio e Oliver insegna anche come due persone, quando innamorate per davvero, riescano a fondersi insieme. Tanto da diventare una cosa sola.
Oliver è Elio, Elio è Oliver.
“è più me di quanto lo sia io stessa” Emily Bronte.
Consiglio questo film perché narra una storia universale, che potrebbe succedere a tutti noi.
Parla dei sacrifici e di come siamo disposti a dare tutto a un’altra persona. E di come arriviamo a dire all’altro: “Chiamami col tuo nome, io ti chiamerò col mio”.
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