Venerdì 16 febbraio al Nuovo Teatro Ariberto, si è dato il via al Don Giovanni, prodotto da Teatro del Battito e Teatro della Verità.
Per chi se lo fosse perso, non prendete impegni per domenica alle 20.45!
Al Teatro Vittoria di Sesto San Giovanni (Via Monte San Michele 130), andrà in scena l’ultima replica!
Immaginiamo di fare un viaggio indietro nel tempo: ci troviamo nel cuore di Parigi il 15 febbraio del 1665 e siamo a Palais-Royal ad assistere al debutto del testo di Molière “Dom Juan ou le festin de pierre“. Ci troveremmo di fronte a un uomo amorale, ateo, seduttore e dedito alle passioni, e soprattutto ai piaceri carnali. È un libertino diviso a metà tra il polo delle passioni e quello della ragione: la sua ragione, quella umana. Non c’è niente e nessuno che detti legge, se non lui e la sua ratio. Si potrebbe dire di avere davanti un erede moderno dell’ antico peccato di ὕβϱις (ubris), ovvero di tracotanza, in particolare nei confronti di Dio e della legge divina. Un uomo che quasi se la dimentica, la parola Dio.
L’abile regista Marco Filatori, nel suo adattamento da Molière, porta in scena molteplici e diversi elementi in grado di far vivere il testo e i suoi personaggi. È sempre presente il gioco di luci su fondale nero, che rimanda a una ambiguità di fondo, al tema del doppio/sdoppiamento, a una duplice natura del personaggio protagonista, così come fanno le maschere, che fanno capolino dalla Commedia dell’Arte Italiana.
Un ruolo importante è quello della musica di BandaFenice, che accompagna lo svolgimento del testo e lo sostiene momento per momento, emozione per emozione.
A rompere la quarta parete e a dialogare col pubblico ci pensa l’irriverente e buffo servo Sganarello, associato alla maschera italiana di Brighella e con una cadenza dialettale lombarda. E in modo molto realistico: una volta squarciata, la quarta parete non si aggiusta più. Il pubblico viene coinvolto dall’ inizio alla fine, rimanendo spettatore attivo, chiamato a prendere parte agli avvenimenti che si susseguono sul palcoscenico.
Ovviamente, subito dopo il regista, il merito più grande va ai quattro attori straordinari che riescono a regalare al pubblico emozioni e immagini forti: l’intenso Mirko Lanfredini e la frizzante e briosa Silvia Ripamonti nei panni di Don Giovanni e Sganarello e poi Claudia Campani e Paolo Marino, che con la loro simpatia nei ruoli dei contadini Carlotta e Pierino, riescono a strappare una risata dopo l’altra agli spettatori.
Perciò… non perdeteveli! Ci vediamo domenica al Teatro Vittoria!
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