“Ripetilo finché non diventa vero”

“Ripetilo finché non diventa vero”

“Dove i cuori tedeschi battono più forte.
Dove le mani tedesche lavorano più forte.
Dove i bambini tedeschi tornano a sorridere.”

1944. Siamo a Terezín, tranquillo villaggio boemo a nord di Praga, edificato dal regime nazista, confortevole ed esemplare insediamento ebraico. A Theresienstadt ci sono gli ebrei, ma non quelli qualunque: ci sono gli ebrei di spicco come artisti, cineasti, eroi di guerra, quelli che, secondo il Reich, meritano un “trattamento speciale”.

Essi infatti hanno a disposizione camere grandi, negozi, caffetterie dove si radunano noti scienziati, e intellettuali. I bambini felici e spensierati, giocano a pallone… Nell’aria c’è allegria, serenità, e tutto va bene.
Un clima tale da lasciare persino un’impressione positiva alla delegazione danese della Croce Rossa Internazionale, giunta sul luogo nel 1943 al fine di un’ispezione.

Questo avvenimento fa addirittura scattare una brillante idea nella mente del grande meccanismo tedesco: realizzare un film di propaganda, un documentario intitolato “Theresienstadt. Ein Dokumentarfilm aus dem jüdischen Siedlungsgebiet” (Terezin: Un documentario sul reinsediamento degli ebrei), più conosciuto come “Il Fuhrer regala un villaggio agli Ebrei” (“Der Fuehrer Schenkt den Juden eine Stadt”), diretto dall’attore veterano ebreo Kurt Gerron.

Perchè? È semplice: per mostrare al mondo intero la verità, per sconfiggere le menzogne e per dimostrare che la guerra, gli orrori dell’Olocausto… in fondo, non sono altro che stupide insinuazioni nel confronto dello stimabile popolo della Grande Germania.

 

Ma forse le cose non vanno proprio così…

 

Per scoprire cosa c’è realmente dietro le telecamere della Gestapo a Terezìn durante le riprese e, in particolare durante l undicesimo e ultimo giorno di riprese, c’è un modo: trovarsi catapultati nel mondo dello spettacolo teatrale “Un’Altra Ultima Cena”, scritto da Alessandro Mauri e diretto da Francesco Colosimo.

La scenografia a cura di Alice Simoni, è letteralmente e perfettamente divisa a metà. Protagonista è sempre la telecamera. Ora inquadra l’ammiccante “finzione” televisiva, la medesima da cui siamo attirati e in cui siamo proiettati anche nella nostra contemporaneità, che recita e segue il paradigma “Ripetilo finché non diventa vero”. Ora inquadra la vera realtà dei fatti, che spesso si cerca di nascondere.

Un grande merito è sicuramente dei tre attori della Compagnia Respira Forte, che interpretano il capolavoro dello scrittore: innanzitutto Mirko Lanfredini nel ruolo del Kapò che, nonostante le poche parole diventa il burattinaio dell’intera vicenda e che, senza la profondità e la bravura dell’attore, non sarebbe così intenso da scuotere il pubblico. Alessio Contini e Chiara Marzetta interpretano rispettivamente Kurt Gerron, regista del film-documentario e l’attrice che con lui girerà l’ultima scena del film, quella dell’Ultima Cena, in cui tutto dovrà proseguire regolarmente…

Per le prossime ed eventuali date vi rimando alla pagina Facebook della Compagnia https://m.facebook.com/compagniarespiraforte/ e in particolare dello spettacolo https://m.facebook.com/UnAltra-Ultima-Cena-1804564639617136/.

Assolutamente da segnare in agenda!

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