Aprendo il mio guardaroba non sentirete di trovarvi al cospetto di una guru della moda: niente capi delle maison più famose (e costose!) del mondo, niente borse da far girare la testa, niente scarpe con il tacco vertiginoso da vera fashion victim. Il mio dopotutto è un guardaroba piuttosto comune, semplice, con capi evergreen accostati a qualcosa di maggiore tendenza, con capi che possono essere indossati ogni giorno senza difficoltà. Ma a mio avviso è proprio questo suo essere comune a renderlo interessante. Se noto infatti qualcosa di strano nel mio guardaroba, con molta probabilità si tratta di una stranezza che quasi ogni altra ragazza più o meno della mia età ha intravisto anche nel suo armadio.
E qualcosa di strano nel mio guardaroba c’è: lì, in un angolo, tra un tubino nero intramontabile in pieno stile Audrey Hepburn e un paio di jeans harem della Desigual davvero di grande tendenza quest’anno, spunta una felpa con una stampa in grandi dimensioni di un unicorno dall’aria felice mentre salta sopra ad un arcobaleno dai colori sgargianti e glitterato. Non si tratta certo di un capo di abbigliamento che indosso molto di frequente e capita spesso che lo metta per restare tra le quattro mura domestiche, ma non è questo il punto. Il punto è, perché possiedo questa felpa e perché molte altre ragazze possiedono un capo di abbigliamento simile al mio? E ovviamente, è giusto sottolinearlo, l’unicorno non è certo il primo strano personaggio che ha fatto la sua comparsa nel mio armadio: ci sono state le sirene infatti, spesso con code glitterate in tonalità davvero molto brillanti, i troll e molte altre figure stravaganti.
Perché noi donne ci gettiamo a capofitto in questo genere di acquisti? Perché si tratta di una tendenza e tutti vogliono essere all’ultimo grido, dirà qualcuno. Sicuramente è vero. Il punto però è che le tendenze non nascono certo a caso. Dietro di loro si celano alcuni dettagli del nostro vivere contemporaneo che meritano di essere portati alla luce. Perché alla fine la moda è anche questo, una chiave interpretativa del mondo e del tempo in cui viviamo e come tale merita di essere sfruttata, per cercare insomma per quanto possibile di districare la matassa di opposizioni in cui le nostre vite sembrano irretite.
La prima spiegazione che viene da dare alla tendenza degli unicorni, e che è riconducibile proprio come le altre spiegazioni che darò in seguito anche alle simili tendenze delle stagioni passate, è la spensieratezza che questa immagine riesce a regalare, quella spensieratezza che è tipica dell’infanzia. Indossare un unicorno significa riuscire a tornare bambini per un attimo, quando la vita era fatta di zucchero filato e di pop corn profumato, quando annodavamo ai fili del tempo i nostri sogni più belli e felici, quando tutto era leggero, scintillante e colorato. Poter tornare anche solo per qualche istante a quella spensieratezza è per la maggior parte di noi una vera e propria manna dal cielo. Non si tratta di sfuggire dall’età adulta o di dimenticare per qualche istante le proprie responsabilità o lo stress della propria vita. Non si tratta di qualcosa di personale, si tratta di una fuga dal mondo, dalla realtà carica di eventi nefasti in cui siamo costretti a vivere: atti terroristici, alimenti contaminati, violenza sulle donne, vaccini che potrebbero causare chissà quali danni ai bambini e malattie che senza i vaccini non possono essere debellate e che possono portare alla distruzione di intere popolazioni, vicini di casa che uccidono senza una vera motivazione, droghe, questi sono solo alcuni degli elementi che infatti caratterizzano l’epoca in cui viviamo.
La seconda spiegazione affonda le sue radici nella mitologia, quell’intricato annodarsi di racconti a cui molte persone in ogni angolo del mondo hanno creduto fermamente per millenni. Sembra assurdo oggi credere davvero all’esistenza degli unicorni; in passato invece era facile credere in un animale magico, con poteri indescrivibili, con un corno scintillante nel bel mezzo della fronte e ali per volare in alto nel cielo, creature buone e pure considerate capaci di salvare l’uomo, così malvagio invece nel profondo. Ci si credeva perché si sperava in qualcosa di bello, in qualcosa che potesse portare alla redenzione, a salvare il mondo, in qualcosa che potesse cambiare le carte in gioco, carte perdenti purtroppo. E alla fine oggi sembra proprio che abbiamo bisogno ancora una volta di tutto questo, qualcosa di magico in cui credere che ci salvi da ciò che vediamo ogni giorno davanti ai nostri occhi. C’è un po’ di sana e profonda cultura quindi dietro a questi unicorni di grande tendenza, rivisitata però in chiave pop.
E a nostro avviso è proprio questa cultura popolare la terza spiegazione. Perché durante gli anni ‘70 e gli anni ‘80 gli unicorni erano molto diffusi, soprattutto su spille, t-shirt, adesivi, spesso con glitter. Alla fine oggi tutti proviamo un po’ di nostalgia per quegli anni, una nostalgia che ci porta a rispolverare alcune delle tendenze che li hanno contraddistinti. Proprio come abbiamo prima affermato per la nostalgia dell’infanzia, anche in questo caso si tratta del desiderio di potersi rifugiare in un luogo tranquillo, più semplice da vivere rispetto all’epoca contemporanea.
La nostalgia pervade insomma il mondo della moda, ma lo fa in chiave colorata, glitterata, simpatica, buffa, lo fa strappando un sorriso sulle labbra, lo fa ironizzando. E quella che sembra allora una brutta felpa con un unicorno, si trasforma d’un tratto davanti a queste considerazioni in un capo di abbigliamento di grande spessore, che è capace di redimere, di portare un po’ di luce in questa triste e complicata epoca contemporanea. Adesso quella felpa non vi sembra più così assurda, non è forse vero?
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