Premettendo che ho visto solo i primi 4 episodi della serie, ho deciso di scriverne comunque, non conoscendo ancora l’evoluzione della storia, perché sono del parere che Babylon Berlin sia una serie da guardare assolutamente.
Berlino, 1929. La Germania è uscita con le ossa rotte dalla Prima Guerra Mondiale e sta subendo le avvisaglie di quella che sarà la Grande Recessione che scoppierà di lì a poco.
La serie si ispira al libro Der nasse Fisch di Volker Kutscher (la prima stesura dei sei racconti complessivi) e ripercorre la vita di Gereon Rath (Volker Bruch), poliziotto cattolico di Colonia che, seguendo gli indizi di un caso a metà tra la pornografia e la mafia, verrà catapultato in un mondo di droga, perversione e corruzione, che influenzerà la sua vita e quella di coloro che gli sono intorno, ed in cui incontrerà la giovane stenografa Charlotte Ritter (Liv Lisa Fries).
Sullo sfondo di questa storia, c’è Lei: Berlino.
Cosmopolita e selvaggia. Una Babilonia, come suggerisce il titolo, che divenne, grazie alle leggi speciali della Repubblica di Weimar (la famosa Groß-Berlin-Gesetz), la più grande città industriale europea. Berlino capitale della cultura tedesca ed europea, nel teatro, nell’intrattenimento e soprattutto nella vita notturna.
“Quegli anni furono ruggenti, una grande festa in cui, dopo aver perso la Grande Guerra, i padri non sono a casa e i figli e le figlie ballano sui tavoli”, ha spiegato Henk Handloegten, uno dei registi della serie. Tuttavia l’evoluzione della serie si legherà, inevitabilmente, con quelli che furono gli eventi che, proprio nel 1929, portarono al Trattato di Versailles ed all’ascesa degli estremismi.
In questo conteso nacque e si alimentò il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi, meglio noto come Partito Nazista, e Hitler, che riuscì ad convogliare il rancore e la paura del popolo tedesco proponendosi come soluzione per vendicare sia i morti al fronte che il grande Reich Germanico.
Diventa inevitabile il parallelo con la realtà odierna (basti pensare al partito AFD che per la prima volta è entrato in Parlamento prendendo molti voti soprattutto nella Germania dell’Est), confermato dallo stesso regista, per cui “l’assenza di un’autorità rende possibile tutto il lusso e la sregolatezza, proprio come è successo a Berlino dopo la caduta del Muro. Ma poi, verso la fine degli anni Venti, sempre più persone iniziano a sentirsi schiacciate da questo stile di vita goliardico e dirompente che crea confusione e si farà sentire sempre più forte il bisogno di ordine e disciplina. Durante le fasi di lavorazione di Babylon Berlin era come se il mondo intorno a noi si stesse conformando allo spirito degli anni Venti. Questo rende la serie più attuale che mai”.
C’è da riflettere sulla storia contemporanea e sperare che queste siano bislacche coincidenze. Ma c’è tanto a cui pensare guardando Babylon Berlin, una delle migliori, e sicuramente una delle più costose (si parla di circa 40 milioni di euro) serie degli ultimi tempi: più spesso di quel che pensiamo la fiction è allineata alla realtà in maniera più profonda di quanto si immagini.
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