Road -Intervista a Niccolò Bianchi

Road -Intervista a Niccolò Bianchi

Giovedì 18 Maggio ho avuto il piacere di presenziare al vernissage della mostra fotografica del birbante Niccolò Bianchi e di Pietro Consolandi presso la galleria Upperphotography in via Imbonati 52 Milano

L’esposizione intitolata Road raccoglie alcuni degli scatti più belli che gli artisti hanno realizzato durante il loro soggiorno presso Hiroshima ed altre conosciute località nipponiche. Appena entrata ho apprezzato lo stile e la cura con cui lo spazio è stato allestito da Giuditta Fullone. L’attenzione al dettaglio anche nella preparazione del rinfresco, con liquore e dolci tipici giapponesi, aiuta ad immergersi nelle suggestioni orientali senza lasciare nulla per scontato. All’inaugurazione hanno partecipato tanti birbanti e allora ho pensato: perchè non raccontarvi la mia esperienza attraverso le loro voci? Così ho tirato fuori il mio telefono turchese (perché dire azzurro avrebbe confuso le idee) e sono passata da un ragazzo all’altro chiedendo di esprimere liberamente le proprie curiosità, formulando una domanda a testa da sottoporre a Niccolò.

Domanda del birbante Jacopo Paoli:

Come mai la scelta del bianco e nero?

<< Scatto solo in pellicola da diverso tempo perché lo ritengo un metodo più adeguato al mio processo di rielaborazione artistica. La fotocamera in pellicola mi permette di osservare le foto dopo molto tempo da quando vengono scattate restituendomi quel distacco e quell’oggettività che una foto digitale non è più in grado di darmi. Il bianco e nero poi è la scelta che più si adatta alle mia visione grafica, in questo modo, infatti, posso osservare meglio i dettagli di chiaro scuro. Aggiungerei anche che, quando guardo una fotografia, colpiscono maggiormente la mia attenzione i giochi di luce rispetto a quello del colore. >>

Domanda del birbante Chicco Dossi:

Qual è la tua fotografia preferita tra quelle qui esposte?

<< La preferita…E’ una domanda difficile perché ne ho almeno tre di preferite!Sorride riposizionandosi gli occhiali sul naso- Le tre sono “La signora con i daini”, “La zona fumatori” e “Il signore in metropolitana”. Però se dovessi scegliere probabilmente questa- mi indica la fotografia scattata in metropolitana – mi piace molto il gioco d’isolamento che in essa prende vita. Sto ritrovando molto nel mio lavoro questa tematica dell’isolamento di un soggetto e in questa fotografia riconosco proprio il mio stile.>>

Domanda della birbantissima Francesca Gori:

Come mai presentare anche alcune fotografie che non sono state sviluppate ed esposte? E’ una scelta non scelta?

<< Da una parte ho voluto riproporre un elemento che era indispensabile un tempo. –Si avvicina alla cornice in cui sono raccolti i provini a contatto– Per un fotografo professionista, prima del digitale, questi provini erano una salvezza perchè da un lato permettevano di abbattere i costi di stampa, dall’altro permettevano di non perdere la vista dietro ad immagini microscopiche durante la scelta delle foto da sviluppare. Quello che vede qui però è un processo artificiale perchè non si tratta di di due rulli consecutivi ma di diverse strisce provenienti da vari rulli nelle quali compaiono tutte le fotografie che ho esposto in Road. La presenza di queste strisce è utile per comprendere la nascita e l’evoluzione di una fotografia. Osserviamo ad esempio la foto de “la signora con i daini”. Attraverso questi provini emerge una vera e propria narrazione dell’immagine che ho sviluppato. Si osserva infatti come la donna dapprima di spalle si volti e poi sorrida, probabilmente nella convinzione che il soggetto da me ritratto fosse esclusivamente il daino.>>

Domanda del BirbaPresidente Alessandro Onorato

Da cosa è determinata la predominanza dei soggetti anziani nelle fotografie?

<< Allora devi sapere che in Giappone sono sempre un po’ tutti di fretta, forse si salvano da questa frenesia i paesini più piccoli, ma io non ne ho visitati a sufficienza. I giovani adulti che sono presenti nei miei scatti sono persone ritratte o mentre lavorano o mentre presenziano nei templi durante le feste comuni. Il resto del tempo coloro che hanno tra i venti e i quarant’anni corrono tutto il giorno e anche volendo non riusciresti ad inquadrarli.- La magia di un Giappone a due tempi!!->>

Domanda della birbaMe Claire

Qual è la fotografia che preferisci tra quelle esposte dal tuo collega, Pietro Consolandi?

<< Mi piace molto sia lo scatto dei sumotori (Ryogoku) sia “la spiaggia di Naoshima”. La prima perchè riprende quel tipo di ritratti di strada in cui c’è un soggetto centrale che emerge enfatizzato grazie il tipo di formato che Pietro predilige. La seconda, per la semplicità e la pace che trasmette. L’opera è accentrante, peculiarità della fotografia quadrata del mio collega.>>

Domanda del birbante Niccolò Bianchi: (Si avete letto bene!!)

-Mi guarda un po’ stupito.- Una domanda a me stesso? – Ci pensa un po’ su poi risponde:-

Allora… Vediamo… Perchè è stato così difficile selezionare quindici foto?

<< All’inizio ne avevo una decina, bisogna partire dal presupposto che io sono estremamente critico su quello che scatto. Durante questo viaggio durato una decina di giorni, ho realizzato circa 320 foto. Sai quante ne consideravo perfette? Solo cinque. Nelle altre trovavo sempre qualche imperfezione che le rendeva in un certo senso incomplete ai miei occhi. Alcune di quelle che vedi qui esposte, ad esempio, le ho scelte per la loro storia, per tutto quello che c’è dietro la loro realizzazione. Ad esempio, durante il viaggio è capitato che rimanessi colpito da un gioco di luci, che scattassi alcune foto e che restassi fermo a lungo ad aspettare il soggetto giusto per quella particolare condizione. Inutile dire che il soggetto perfetto non arrivò mai, ma quelle fotografie che ho scattato anche se non le ritengo perfette sono significative di una mia ricerca artistica. Probabilmente non sarei arrivato a quindici foto se non mi avessero spinto, ma Giuditta ha fatto bene a spronarmi perché alla fine sono riuscito ad uscire dal mio ipercriticismo e portare una selezione di foto che mi piacciono e di cui riconosco il valore all’interno del mio iter artistico. >>

Claire

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  1. Pingback: How I had (a rough time choosing 15 pictures for) an exhibition with a friend. – GOSHOOTIT

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