Sky and Sand – part III

Sky and Sand – part III

Una luce chiara, fortissima

A Becky bruciano gli occhi

Le fanno maledettamente male

– Si è svegliata, si è svegliata! –

Parole che fatica a sentire. Le fischiano ancora le orecchie.

– Come ti chiami? –

Becky prova a parlare ma dalla bocca esce solo un misero soffio

Rotea gli occhi per la stanza per capire dove si trova.  Forse un ospedale.

– Come ti chiami? –

– Be. –

– Il tuo nome? –

– Becky –

– Becky? –

– Becky… Il mio nome è Becky… –

– Quanti anni hai? –

è una domanda che la infastidisce.

– Ventisette… –

– Sai dove ti trovi? –

è una domanda che la infastidisce ancora di più.

– Non lo so…

– In che stato sei? –

– Siria… –

– Sì, qual è l’ultima cosa che ricordi? –

– Non so… Io… Dov’è Gerard? –

Vorrebbe alzarsi dal lettino ma riesce solo ad alzare la testa. Vede gente ferita. Forse un ospedale da campo. Sente grida di dolore. Sente dolore ovunque. Una fitta al piede. Il cuore batte fortissimo.

– Qual è l’ultima cosa che ricordi? –

– Dov’è Gerard? –

– Becky, qual è l’ultimo ricordo che hai? –

Il cuore le batte ancora più forte. Le gira la testa.

– Gerdard, dove sei? –

Ora Becky urla.

– Gerard! Gerard! –

– Sedatela! –

Le infilano un ago da qualche parte.

– GERARD! –

E Becky crolla di nuovo sul lettino.

 

E sono flash.

 

FLASH

 

In un passato quasi lontano

 

Lei e Gerard sono seduti sulla sabbia in Vietnam

Lui la guarda e sorride

Si rolla una canna

Black bandana, sweet Luisiana

Robbing on a bank in the state of Indiana

She’s a runner

Rebel, anda a stunner

Come to Mirawais saying baby watcha gonna…?

– Sai che siamo la cosa più pazza che io abbia mai visto? –

– Già. Noi, i nostri cantanti, le nostre canzoni… –

– Sei la mia Bobby Jean, lo sai? –

– Va bene, Bruce. Però preferisco essere la tua Becky. –

– Allora sarò solamente il tuo Gerard. –

– Voglio ascoltare Red Hot, Police, Springsteen, Jovi e tutti gli altri fino a notte fonda. –

– Più che i più pazzi i più selvaggi. –

The wildest thing you’ve ever seen? –

– Fuck yeah. –

E stavolta quando la bacia le morde leggermente le labbra.

– Ahia! Mi hai fatto male. –

– Non lo faccio mai più. –

– Però non smettere di baciarmi. –

– Mi fai impazzire. –

E di nuovo un bacio, più caldo, accogliente.

– Ho fatto una foto bellissima, la vuoi vedere? –

 

FLASH

 

In un passato abbastanza vicino

 

La macchina fotografica è in pezzi sulle gambe di Becky. In auto andando verso Aleppo.

 

FLASH

 

Di nuovo indietro

 

Becky sta sviluppando le foto

La sua preferita ritrae due bambini cambogiani che si lavano in un fiume

O forse giocano

O forse entrambe le cose

Ma uno di loro lo guarda con degli occhi che nascondono il segreto della vita

Un segreto celato agli adulti dall’alba dei tempi

I cui indizi si possono trovare nei racconti degli indiani Tainòs delle lontane americhe

In una vecchia canzone di Carlos Santana

Nella capanna di un vecchio saggio tibetano

Nelle labbra di Gerard

In una danza della gente nera

E nelle mani del suo vecchio professore di Filosofia

Potrebbe venderla alla National Geographic o a chiunque altro e ricavarci una fortuna

Ma ha già deciso che terrà quello scatto per sé.

Entra sua sorella ma non riesce a sentire quello che dice

Perché il flash dal suo passato è rovinato

 

FLASH

 

Molto più indietro

 

Becky è dall’altra parte dell’obiettivo

È la prima e sarà l’ultima volta che farà la modella

All’inizio era imbarazzata ora per la prima volta si sente sensuale

A tratti pensa che il fotografo stia facendo l’amore con lei

Penetrandola con la macchina fotografica

Libera il seno di fronte a lui

Vince tutte le sue timidezze

Le abbandona forse per sempre

Tra l’obbiettivo ed il backdrop

Con la luce troppo forte negli occhi

E un altro colpo di

 

FLASH

 

Più avanti

 

È appena arrivata in aereoporto in Turchia

Stanno sequestrando un po’ di cose a lei e Gerard

Lui si incazza e urla ai poliziotti

Non ci sarà nulla da fare

Alla fine li lasciano entrare

Anche se fanno tante storie per il passaporto di lui

Perché è pieno di timbri di paesi lontani

Minacciosi?

Le era venuto da sorridere ma forse il ricordo è distorto

Cos’è un sogno lucido?

È un ricordo?

O è distorto?

Sente voci lontane

Voci dall’ospedale di Aleppo

Le stanno raddrizzando la caviglia

Dove sei Gerard?

Dove sei Gerard?

La sua macchina fotografica si era rotta

Ma quella di Gerard no

E con la sua aveva fatto qualche scatto immortale

Aveva documentato al mondo la sua stessa vergogna

Tutto il sangue della Siria

Le mani la cercano

Non la trovano

Cercano il viso di Gerard

Non lo trovano

Poi ancora l’aereoporto

Gerard urla – Nazisti! – ai poliziotti

Hanno lo sguardo cattivo

Lei gli intima di smettere

Lui la guarda

E non è capace a contraddirla

E rinuncia

 

FLASH

 

Ancora più avanti. È un ricordo ormai vicino

 

Sono a Kobane

È circondata dalle donne più coraggiose del mondo

Che difendono un ideale

Una società più giusta e più equa

Imbracciano mitra e vanno a combattere

Gerard è un po’ lontano, taciturno e solitario

Circondato da sensazioni strane

Generosissimo in energie fisiche e mentali per entrambi

– Dobbiamo andare fino in fondo. –

Lei fotografava persone e paesaggi

Ora documenta la storia

E in ogni scatto insanguinato muore ogni piccola protezione d’infanzia

Diventa definitivamente donna

In mezzo ad cosa troppo grande per lei

Ora a fianco a lei c’è una ragazza armena di cui non ricorda il nome

Una giornalista

Prende il suo coraggio come esempio

Capisce la sua missione di documentare

A qualunque costo personale

Ma quelle luci nella notte

Ma quei colori nella sabbia

È viva

È viva

È viva

 

FLASH

 

Un passato recentissimo

 

Sono ad Aleppo

 

Si sta consumando la prima grande tragedia del terzo millennio

 

– Che cazzo di senso ha bombardare le macerie? Che cazzo di senso ha???? –

Gerard urla

Un urlo inascoltato

Come quello di migliaia di sfollati, di vedove, di orfani, di disperati

 

Dammi di più, dammi di più

 

Vuole altri ricordi

 

Gerard dove sei?

 

La mente vacilla

 

Si sforza

 

FLASH

 

Stanno facendo l’amore

Contro un muro

In quella che una volta era una casa

Dove la gente dormiva, mangiava, viveva, dove i bambini crescevano

Dove ora non c’è più nulla

Poi sono sdraiati uno fianco all’altra

Lei gli chiede se torneranno a casa insieme

Se avranno una casa, una famiglia, una vita normale

Lui le risponde di sì mezzo istante prima di addormentarsi

– Me lo prometti? –

– Te lo prometto. –

O forse dormiva già e la risposta non era arrivata?

Si sforza

Ma non ricorda

 

FLASH

 

Sono nella parte sbagliata della città

I ribelli hanno ripreso il controllo dei quartieri che circondano quello dove sono loro

I ribelli e quelli di Daesh

Ora persino i visi di quelli che sembravano invincibili sono preoccupati

Persino la giornalista armena piange

Persino il turcomanno con le rughe alla Rambo guarda fuori dalla finestra con l’aria disperata

 

FLASH

 

C’è solo una macchina per rientrare nella parte sicura

 

FLASH

 

Lei sta salendo con le altre donne

 

FLASH
Gerard resta lì.

 

FLASH

 

Gerard prende in mano un mitra.

 

FLASH

 

Lei urla.

 

FLASH

 

Lui le sussurra un – Ti amo. –

 

FLASH

 

Lei viene trascinata in auto.

 

FLASH

 

Lui si allontana con gli altri uomini a coprire la loro fuga.

 

FLASH

 

Lui la guarda l’ultima volta.

 

FLAS

 

L’auto corre lontano.

 

FLA
Vede uomini vestiti di nero circondare la casa dove stavano loro.

 

FL

 

L’auto che corre ancora più lontano.

 

F

 

Un sordo boato

 

 

 

 

Infine

 

Una spiaggia irraggiungibile. Il rumore delle onde del mare. Il vento di ponente che si alza fresco da lontano dopo una giornata calda. I piedi immersi nella sabbia. Due ragazzi che guardano il tramonto. Due bottiglie di birra del cielo si toccano in un cin sordo.

 

– Nella tua macchina c’erano scatti che faranno la storia lo sai? –

Chiede tranquillo un Kenny sorridente.

– Lo sai che ero un fotografo formidabile.

– Già. L’ho sempre saputo. –

– Non è così male qui vero? –

– Già. È anche al di là del Paradiso direi. –

– Il Paradiso ha l’aria condizionata. Qui il fresco è naturale. E il fresco è più bello dopo il caldo rispetto alla frescura eterna, no? –

– Oh, sì. Mi mancavi, sai? –

– Anche tu. –

– è speciale Becky, vero? –

– Sì. Potresti farle da angelo custode. –

– Oddio, non era il tipo di carriera che mai avrei immaginato. –

– Beh, la vita e tutto ciò che ci sta intorno spesso ci spinge su onde sconosciute. –

– Magari in futuro mi farà incazzare. –

– Beh, in vita non lo faceva? –

– Spesso. Per quello non smetterei comunque di proteggerla. –

– Sei un uomo come ne nascono pochi. –

– Forse ero un uomo come ne morivano pochi. –

– Sai qual è il punto? –

– No? –

– Che non siamo mai stati dei soldati decenti. –

– Decisamente no. –

Sorrisero di affatto sincero.

– Hai una paglia? –

 

Londra, cinque mesi dopo.

Becky zoppica lentamente verso il divano. Sua sorella versa un po’ di vino a se stessa e alle amiche. Becky beve un chai alla menta. Sul tavolino c’è una copia di Internazionale, con una foto scattata da Gerard in Siria venti settimane prima in copertina. Becky ha ricevuto un contratto dalla rivista un paio di mesi prima per lavorare con loro a tempo pieno ma ha rifiutato l’offerta. Nell’aria c’è profumo di cannella e Hallelujah di Leonard Cohen.

Becky si siede con le amiche e beve un piccolo sorso di thè. È ancora stanca, dolorante, le manca terribilmente Gerard ma sta bene. E la sua pancia sta già prendendo una forma leggermente rotonda.

– Hai già deciso come lo chiamerai? –

– Con l’unico nome che potrebbe avere. Gerard. –

E si aprì nel suo bellissimo sorriso.

 

 

To Kenny

Alexander

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