Una luce chiara, fortissima
A Becky bruciano gli occhi
Le fanno maledettamente male
– Si è svegliata, si è svegliata! –
Parole che fatica a sentire. Le fischiano ancora le orecchie.
– Come ti chiami? –
Becky prova a parlare ma dalla bocca esce solo un misero soffio
Rotea gli occhi per la stanza per capire dove si trova. Forse un ospedale.
– Come ti chiami? –
– Be. –
– Il tuo nome? –
– Becky –
– Becky? –
– Becky… Il mio nome è Becky… –
– Quanti anni hai? –
è una domanda che la infastidisce.
– Ventisette… –
– Sai dove ti trovi? –
è una domanda che la infastidisce ancora di più.
– Non lo so…
– In che stato sei? –
– Siria… –
– Sì, qual è l’ultima cosa che ricordi? –
– Non so… Io… Dov’è Gerard? –
Vorrebbe alzarsi dal lettino ma riesce solo ad alzare la testa. Vede gente ferita. Forse un ospedale da campo. Sente grida di dolore. Sente dolore ovunque. Una fitta al piede. Il cuore batte fortissimo.
– Qual è l’ultima cosa che ricordi? –
– Dov’è Gerard? –
– Becky, qual è l’ultimo ricordo che hai? –
Il cuore le batte ancora più forte. Le gira la testa.
– Gerdard, dove sei? –
Ora Becky urla.
– Gerard! Gerard! –
– Sedatela! –
Le infilano un ago da qualche parte.
– GERARD! –
E Becky crolla di nuovo sul lettino.
E sono flash.
FLASH
In un passato quasi lontano
Lei e Gerard sono seduti sulla sabbia in Vietnam
Lui la guarda e sorride
Si rolla una canna
Black bandana, sweet Luisiana
Robbing on a bank in the state of Indiana
She’s a runner
Rebel, anda a stunner
Come to Mirawais saying baby watcha gonna…?
– Sai che siamo la cosa più pazza che io abbia mai visto? –
– Già. Noi, i nostri cantanti, le nostre canzoni… –
– Sei la mia Bobby Jean, lo sai? –
– Va bene, Bruce. Però preferisco essere la tua Becky. –
– Allora sarò solamente il tuo Gerard. –
– Voglio ascoltare Red Hot, Police, Springsteen, Jovi e tutti gli altri fino a notte fonda. –
– Più che i più pazzi i più selvaggi. –
– The wildest thing you’ve ever seen? –
– Fuck yeah. –
E stavolta quando la bacia le morde leggermente le labbra.
– Ahia! Mi hai fatto male. –
– Non lo faccio mai più. –
– Però non smettere di baciarmi. –
– Mi fai impazzire. –
E di nuovo un bacio, più caldo, accogliente.
– Ho fatto una foto bellissima, la vuoi vedere? –
FLASH
In un passato abbastanza vicino
La macchina fotografica è in pezzi sulle gambe di Becky. In auto andando verso Aleppo.
FLASH
Di nuovo indietro
Becky sta sviluppando le foto
La sua preferita ritrae due bambini cambogiani che si lavano in un fiume
O forse giocano
O forse entrambe le cose
Ma uno di loro lo guarda con degli occhi che nascondono il segreto della vita
Un segreto celato agli adulti dall’alba dei tempi
I cui indizi si possono trovare nei racconti degli indiani Tainòs delle lontane americhe
In una vecchia canzone di Carlos Santana
Nella capanna di un vecchio saggio tibetano
Nelle labbra di Gerard
In una danza della gente nera
E nelle mani del suo vecchio professore di Filosofia
Potrebbe venderla alla National Geographic o a chiunque altro e ricavarci una fortuna
Ma ha già deciso che terrà quello scatto per sé.
Entra sua sorella ma non riesce a sentire quello che dice
Perché il flash dal suo passato è rovinato
FLASH
Molto più indietro
Becky è dall’altra parte dell’obiettivo
È la prima e sarà l’ultima volta che farà la modella
All’inizio era imbarazzata ora per la prima volta si sente sensuale
A tratti pensa che il fotografo stia facendo l’amore con lei
Penetrandola con la macchina fotografica
Libera il seno di fronte a lui
Vince tutte le sue timidezze
Le abbandona forse per sempre
Lì
Tra l’obbiettivo ed il backdrop
Con la luce troppo forte negli occhi
E un altro colpo di
FLASH
Più avanti
È appena arrivata in aereoporto in Turchia
Stanno sequestrando un po’ di cose a lei e Gerard
Lui si incazza e urla ai poliziotti
Non ci sarà nulla da fare
Alla fine li lasciano entrare
Anche se fanno tante storie per il passaporto di lui
Perché è pieno di timbri di paesi lontani
Minacciosi?
Le era venuto da sorridere ma forse il ricordo è distorto
Cos’è un sogno lucido?
È un ricordo?
O è distorto?
Sente voci lontane
Voci dall’ospedale di Aleppo
Le stanno raddrizzando la caviglia
Dove sei Gerard?
Dove sei Gerard?
La sua macchina fotografica si era rotta
Ma quella di Gerard no
E con la sua aveva fatto qualche scatto immortale
Aveva documentato al mondo la sua stessa vergogna
Tutto il sangue della Siria
Le mani la cercano
Non la trovano
Cercano il viso di Gerard
Non lo trovano
Poi ancora l’aereoporto
Gerard urla – Nazisti! – ai poliziotti
Hanno lo sguardo cattivo
Lei gli intima di smettere
Lui la guarda
E non è capace a contraddirla
E rinuncia
FLASH
Ancora più avanti. È un ricordo ormai vicino
Sono a Kobane
È circondata dalle donne più coraggiose del mondo
Che difendono un ideale
Una società più giusta e più equa
Imbracciano mitra e vanno a combattere
Gerard è un po’ lontano, taciturno e solitario
Circondato da sensazioni strane
Generosissimo in energie fisiche e mentali per entrambi
– Dobbiamo andare fino in fondo. –
Lei fotografava persone e paesaggi
Ora documenta la storia
E in ogni scatto insanguinato muore ogni piccola protezione d’infanzia
Diventa definitivamente donna
In mezzo ad cosa troppo grande per lei
Ora a fianco a lei c’è una ragazza armena di cui non ricorda il nome
Una giornalista
Prende il suo coraggio come esempio
Capisce la sua missione di documentare
A qualunque costo personale
Ma quelle luci nella notte
Ma quei colori nella sabbia
È viva
È viva
È viva
FLASH
Un passato recentissimo
Sono ad Aleppo
Si sta consumando la prima grande tragedia del terzo millennio
– Che cazzo di senso ha bombardare le macerie? Che cazzo di senso ha???? –
Gerard urla
Un urlo inascoltato
Come quello di migliaia di sfollati, di vedove, di orfani, di disperati
Dammi di più, dammi di più
Vuole altri ricordi
Gerard dove sei?
La mente vacilla
Si sforza
FLASH
Stanno facendo l’amore
Contro un muro
In quella che una volta era una casa
Dove la gente dormiva, mangiava, viveva, dove i bambini crescevano
Dove ora non c’è più nulla
Poi sono sdraiati uno fianco all’altra
Lei gli chiede se torneranno a casa insieme
Se avranno una casa, una famiglia, una vita normale
Lui le risponde di sì mezzo istante prima di addormentarsi
– Me lo prometti? –
– Te lo prometto. –
O forse dormiva già e la risposta non era arrivata?
Si sforza
Ma non ricorda
FLASH
Sono nella parte sbagliata della città
I ribelli hanno ripreso il controllo dei quartieri che circondano quello dove sono loro
I ribelli e quelli di Daesh
Ora persino i visi di quelli che sembravano invincibili sono preoccupati
Persino la giornalista armena piange
Persino il turcomanno con le rughe alla Rambo guarda fuori dalla finestra con l’aria disperata
FLASH
C’è solo una macchina per rientrare nella parte sicura
FLASH
Lei sta salendo con le altre donne
FLASH
Gerard resta lì.
FLASH
Gerard prende in mano un mitra.
FLASH
Lei urla.
FLASH
Lui le sussurra un – Ti amo. –
FLASH
Lei viene trascinata in auto.
FLASH
Lui si allontana con gli altri uomini a coprire la loro fuga.
FLASH
Lui la guarda l’ultima volta.
FLAS
L’auto corre lontano.
FLA
Vede uomini vestiti di nero circondare la casa dove stavano loro.
FL
L’auto che corre ancora più lontano.
F
Un sordo boato
Infine
Una spiaggia irraggiungibile. Il rumore delle onde del mare. Il vento di ponente che si alza fresco da lontano dopo una giornata calda. I piedi immersi nella sabbia. Due ragazzi che guardano il tramonto. Due bottiglie di birra del cielo si toccano in un cin sordo.
– Nella tua macchina c’erano scatti che faranno la storia lo sai? –
Chiede tranquillo un Kenny sorridente.
– Lo sai che ero un fotografo formidabile.
– Già. L’ho sempre saputo. –
– Non è così male qui vero? –
– Già. È anche al di là del Paradiso direi. –
– Il Paradiso ha l’aria condizionata. Qui il fresco è naturale. E il fresco è più bello dopo il caldo rispetto alla frescura eterna, no? –
– Oh, sì. Mi mancavi, sai? –
– Anche tu. –
– è speciale Becky, vero? –
– Sì. Potresti farle da angelo custode. –
– Oddio, non era il tipo di carriera che mai avrei immaginato. –
– Beh, la vita e tutto ciò che ci sta intorno spesso ci spinge su onde sconosciute. –
– Magari in futuro mi farà incazzare. –
– Beh, in vita non lo faceva? –
– Spesso. Per quello non smetterei comunque di proteggerla. –
– Sei un uomo come ne nascono pochi. –
– Forse ero un uomo come ne morivano pochi. –
– Sai qual è il punto? –
– No? –
– Che non siamo mai stati dei soldati decenti. –
– Decisamente no. –
Sorrisero di affatto sincero.
– Hai una paglia? –
Londra, cinque mesi dopo.
Becky zoppica lentamente verso il divano. Sua sorella versa un po’ di vino a se stessa e alle amiche. Becky beve un chai alla menta. Sul tavolino c’è una copia di Internazionale, con una foto scattata da Gerard in Siria venti settimane prima in copertina. Becky ha ricevuto un contratto dalla rivista un paio di mesi prima per lavorare con loro a tempo pieno ma ha rifiutato l’offerta. Nell’aria c’è profumo di cannella e Hallelujah di Leonard Cohen.
Becky si siede con le amiche e beve un piccolo sorso di thè. È ancora stanca, dolorante, le manca terribilmente Gerard ma sta bene. E la sua pancia sta già prendendo una forma leggermente rotonda.
– Hai già deciso come lo chiamerai? –
– Con l’unico nome che potrebbe avere. Gerard. –
E si aprì nel suo bellissimo sorriso.
To Kenny
Alexander
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