Una coppia di trentenni si barcamena come può per sbarcare il lunario. Lui, Claudio, è un ingegnere informatico che campa riparando computer intasati da virus. Lei, Anna, una supplente di matematica precaria. Vorrebbero un figlio, ma non possono permetterselo.
Un giorno a Claudio viene un’idea ingegnosa: realizzare un portale attraverso cui gli utenti possono dare una valutazione dei professionisti (idraulici, avvocati ecc), un po’ come si fa con alberghi e ristoranti. Per finanziarla lancia una campagna di crowdfunding, una raccolta fondi tra privati. L’iniziativa si rivela un fiasco clamoroso: finché una notte i due, ubriachi fradici, postano per sbaglio un video in cui promettono, in cambio di donazioni, una notte di sesso in diretta.
Il video diventa virale, causando non pochi problemi; e in poco tempo si raggiunge la cifra di 250.000 euro. Da qui il dilemma: accettare le donazioni subendo lo stigma sociale che ne deriverebbe; oppure rifiutare quei soldi, rinunciando così ad avere un figlio (e una vita agiata). Ma la questione è più ampia e interroga i principi morali di ciascuno: è giusto svendere la propria dignità in cambio di denaro?
“Che vuoi che sia” è un film spassoso e di grande attualità. Uno spaccato estremamente realistico dell’Italia contemporanea. Fatta di precariato; di giovani laureati che non riescono a trovare un lavoro all’altezza delle proprie capacità e a mettere a frutto il proprio talento; che non possono mettere al mondo dei figli, a causa della loro incerta condizione economica. Al centro del film anche la polemica i socialnetwork, che assorbono completamente le nostre esistenze, e “danno diritto di parola a legioni di imbecilli” (secondo un celeberrimo aforisma di Umberto Eco). Senza dimenticare l’ossessione tipicamente narcisistica per gli autoscatti (i cosiddetti selfie), simbolo della società dell’immagine.
Temi impegnativi, trattati con ironia e leggerezza. La sceneggiatura funziona molto bene. Tutto appare verosimile agli occhi di uno spettatore. Si ride di gusto, perché è una commedia dai toni dissacranti; e al contempo si riflette, anche se non vi è, alla base del film, un intento pedagogico o moralisteggiante. A questo proposito: va lodato il fatto che, pur affrontando un argomento scabroso come quello della pornografia, non si scade mai in volgarità gratuite, e che non vengono mostrate scene licenziose.
Una menzione a parte infine la meritano gli attori protagonisti: Rocco Papaleo, divertentissimo, Edoardo Leo, perfettamente credibile nella parte. Svetta su tutti Anna Foglietta, in stato di grazia: recita con una disinvoltura e bravura davvero stupefacenti.
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