Yotobi, l’evoluzione del format

Yotobi, l’evoluzione del format

Yotobi è Yotobi, citare il milione di iscritti abbondantemente superato così come le views da record non serve a molto. Quasi tutti gli under 40 che navighino su internet o usino i social lo conoscono almeno superficialmente. Karim Musa (suo vero nome) è forse la webstar italiana che (fra quelle veramente grandi) è rimasta più legata a Youtube. Ha preferito fare le cose con calma, senza approdare velocemente in tv e/o al cinema come i vari Frank Matano, FaviJ, Clapis, Willwoosh, ClioMakeUp (lasciamo perdere il caso Francesco Sole…). In questo senso è senza dubbio anche quello che si è commercializzato di meno, mantenendo una naturalezza unica. I suoi fan gliene sono grati.

Aria da nerd della porta accanto, ma simpatico, umorismo efficace che non pretende troppo, personaggio che davvero non può risultare antipatico visto il livello di genuinità e umiltà sempre mantenuto. Nessuna posa se non quelle caricaturali da guitto 2.0. Il risultato di tutto ciò è che oltre alle solite masse di teenager adoranti (nel suo caso in misura anche minore rispetto ad altri youtuber citati sopra) Yotobi ha saputo attirare, e mantenere, un pubblico più maturo, in tutti i sensi. Una crescita parallela anche alla sua maturazione (classe ’88, si è iscritto a Youtube quasi 10 anni fa), così come a quella dei suoi follower di vecchia data. Perché gli anni cominciano a essere parecchi, almeno per il web.

Il successo è arrivato praticamente subito e spontaneamente con le famose recensioni ironiche di film squallidi. Birdemic, Rambo turco, i mega piranha, le boiate pazzesche della Asylum sono diventate dei tormentoni. Questo tipo di contenuto era nuovo in Italia, fortemente ispirato ad alcuni canali americani (Nostalgia Critic, o Angry Videogame Nerd per i videogiochi) reinventato in modo efficace dallo stesso Yotobi. Per anni il canale principale è andato avanti così: video sempre più frizzanti, montaggi sempre più accurati, umorismo sempre più autonomo rispetto ai film parodiati. Intanto i vari raduni con altri youtuber, le fiere, il secondo canale, un terzo canale di gaming che oggi vanta più di mezzo milione di iscritti.

yotobi 1

La svolta arriva alla fine del 2013: il 30 novembre annuncia in un video, improvvisato come non accadeva da anni, di non aver più voglia di fare le recensioni dei B-movie che lo hanno reso famosissimo. Pochi giorni dopo con un nuovo video fa il punto del suo percorso e presenta un nuovo progetto: Mostarda. E’ evidente la volontà di non farsi ingabbiare da un formato troppo rigido, costante nel tempo, che non permette una particolare creatività. Di più: cita sempre più spesso la stand-up comedy, i monologhi umoristici come quelli di Luttazzi, annuncia che il suo sogno è fare questo tipo di comicità, a 360 gradi. E’ evidente un po’ di preoccupazione nel lasciare le recensioni, ma probabilmente non si aspettava il boom che tutta la community di Youtube ha vissuto in questi ultimi due anni. Le grandi webstar hanno raddoppiato gli iscritti conquistati negli 8 anni precedenti, molto più lentamente; la piattaforma ha puntato a valorizzare molto di più i grandi nomi; sono apparse sempre più figure in grado di attirare il pubblico dei giovanissimi (Greta Menchi è un esempio dei tanti). Le cose, se possibile, sono ancora migliorate: e questo a prescindere, non necessariamente a discapito, dalla qualità.

Morale: Yotobi fa molte, molte più visualizzazioni di anni fa anche con un qualsiasi video di comunicazioni “di servizio” dalla sua cameretta, postato su Facebook. E’ la golden age dei social, bellezza. Una tale presa mediatica consente di sperimentare con facilità e senza troppi rischi. Mostarda era partito col botto (primo video a raggiungere 2 milioni di views), soprattutto grazie alla feroce critica alle altre webstar comparse in Fuga di cervelli. Lì emerge nettamente la figura dello youtuber non prostituito alle logiche commerciali. “Io sto demolendo un film che sarà un successo, perché fatto da youtuber che hanno milioni di visualizzazioni e quasi altrettante ragazzine arrapate ad acclamarli. Ma il film fa schifo ed è peggio di quelli partoriti dalla televisione. Il web, che dovrebbe essere alternativo alla televisione, si è prostituito alle sue stesse logiche”. Questo il concetto, più o meno. E ha certamente ragione. Anche se, va detto, sfrutta con abilità uno stereotipo molto internettiano, quanto ingenuo, secondo cui la rete avrebbe quasi una missione salvifica da svolgere contro la dozzinalità di tv e cinema. Può darsi che lui stesso ci creda. Noi no, per quel che vale.

Mostarda

Il livello di Mostarda va però calando nel corso dei video: perde un po’ di cattiveria, smalto, soprattutto tipicità di formato. Da contenitore acido e politicamente scorretto a megafono di problemi sociali come il bullismo. Il salto è lungo. L’impressione è che anche in questo caso lo youtuber torinese abbia faticato a seguire ciò in cui si era dapprima lanciato con convinzione. Continua però a vedersi sempre più come stand-up comedian, e porta in alcune sale ristrette un suo primo spettacolo: Peli Pubblici. Il risultato secondo noi è molto migliorabile, ma il tutto esaurito è automatico in pochissimi minuti. L’effetto fan rende quasi impossibile misurare la qualità di un suo lavoro in base alle reazioni del pubblico: è sempre e comunque un successo. Nel frattempo nuovi esperimenti, sempre piuttosto fugaci, come Pausa, di fatto un ritorno alle recensioni, o i riuscitissimi video In Poche Parole.

L’ultimo esperimento appena intrapreso è potenzialmente il più interessante di tutti: The Late Show Con Karim Musa. Non tanto la puntata pilota, più illustrativa che divertente, quanto la prima vera puntata, lunedì scorso. Il modello della tv americana è più che dichiarato, e può avere successo per diversi motivi. La progressiva, costante, “americanizzazione” della società, e quindi dei social, e quindi anche della comicità. La quasi totale assenza di programmi di questo tipo sula televisione italiana. Soprattutto, per quanto paradossale, la sostanziale identità rispetto a qualsiasi vlog ironico su youtube. C’è uno studio che ricorda i Late Show americani, e così la sigla, il tavolo e la grafica, ma questo ultimo format di Karim Musa sarà fondamentalmente: battute scelte su un argomento davanti alla telecamera alternate a sketch recitati che hanno ad oggetto lo stesso argomento. Un “Mostarda” con in più gli sketch. Il punto sarà quindi osservare la continuità di contenuti e la costanza nell’approccio. Quel che passa per la testa (filmacci, cartoni, serie tv) o temi sociali impegnativi? Umorismo allegro e disimpegnato o graffiante fino ad offendere?

Karim Musa Late Show

La prima puntata è partita in modo profondamente americano: religione. Apre un provocatorio Draw my life di Gesù che riesce a parodiare con efficacia Youtube e il Vangelo allo stesso tempo. Non male. Prima sequenza comica: un filotto di battute ben incanalate e di ottimo livello. Di bene in meglio. La seconda parte, a partire dallo sketch, scade fino ad arrivare a un finale piuttosto sconclusionato (parere di chi scrive, ovviamente). L’aspetto satirico è partito in quarta, ma la maturità dei contenuti non è stata sufficiente per un vero messaggio di sintesi. Peccato. Non so se sia mancato il coraggio o se fossero troppo alte le nostre pretese: ma in ogni caso questa deve essere la direzione. Il pubblico, una piccola parte di pubblico, per la prima volta, è rimasta urtata dal cinismo con cui è stato trattato l’argomento religioso, e si è offesa. Le milionate di vews arriveranno sempre e comunque, ma se Yotobi vuole fare davvero qualcosa di nuovo, soprattutto rispetto a se stesso, dovrà perdere una parte di fan. Il 13enne che si diverte a seguire un suo gameplay su Minecraft è lo stesso che può divertirsi con le sue recensioni, ma difficilmente sarà lo stesso che può apprezzare una battuta alla Luttazzi (o alla Bill Maher) a sostegno dell’ateismo,

La verifica di questo eventuale passo avanti è una delle sfide più interessanti di questa stagione di Youtube Italia. Lo stesso Tubo nostrano potrebbe guadagnarne molto.

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*