Ieri sera è partita su Sky Atlantic l’attesissima quarta stagione di House of Cards, annunciata da Netflix nell’aprile dello scorso anno e lanciata dallo stesso colosso americano, nelle sue modalità streaming, il 4 marzo. Ecco alcuni appunti, senza anticipazioni, sulla serie culto delle élite politiche internazionali.
#1 Il debutto nostrano è stato preceduto da un geniale botta e risposta (che trovate in fondo all’articolo) fra Netflix e Sky Italia, riguardante proprio i diritti sulla serie fiore all’occhiello del servizio streaming offerto dalla società americana. I rapporti sono in realtà chiari: l’esclusiva spetta a Sky. Ma Netflix, con una trovata di marketing molto creativa ha scelto di pubblicare tramite i suoi social una lettera firmata da Frank Underwood in persona con cui si impegnava a portare House of Cards su Netflix in Italia. Altrettanto divertente la risposta di Sky, affidata a un biglietto della first lady Claire: “Francis, sii sincero una volta per tutte coi tuoi sostenitori. Sai bene che House of Cards è e resterà in esclusiva streaming solo su Sky online”. Probabile che Netflix abbia ceduto i diritti a Sky ben prima di immaginare un approdo in Italia, e abbia provato poi una contrattazione evidentemente fallita. Di certo la rivalità fra le due grandi piattaforme rispecchia in pieno quella che vedremo fra i 2 protagonisti.
#2 Mentre è già stata annunciata una quinta stagione, il filo narrativo riprende in perfetta continuità temporale con la chiusura della terza: al culmine della tensione, nella stessa giornata in cui Claire “scappa” da Frank senza lasciare spiegazioni, dopo il violento litigio. Questo schema narrativo è già stato utilizzato nella seconda stagione, che riprendeva con la stessa corsa notturna in un parco dei coniugi Underwood con cui si era chiusa la prima stagione; ma non nella terza. Lo scorso anno gli autori hanno infatti preferito sfruttare la pausa per trasportarci da subito nel mezzo della turbolenta vita presidenziale già avviata di Frank, e al lungo recupero di Doug, uscito da un lungo coma (sorpresa per lo spettatore, che lo aveva lasciato per morto).
#3 Anche in questo caso però è arrivata subito una sorpresa: la ricomparsa del giornalista Lucas, che indagava sulla morte di Peter Russo (1a stagione) e della collega, e quasi fidanzata, Zoe Barnes (inizio della 2a). È inevitabile immaginare che Lucas rappresenterà la mina vagante di questa stagione, la più grande minaccia all’enorme castello di carte costruito nel tempo da Frank per arrivare al potere. Il gravissimo passato del presidente Underwood aveva caratterizzato anche la scorsa serie nella figura di Rachel, divenuta la vera e propria ossessione di Doug e “sistemata” solo nell’ultima puntata finale. Probabile che gli sceneggiatori useranno la stessa maestria anche per Lucas, rimandando il più possibile la soluzione di questo delicato passaggio di trama. Di sicuro Lucas sa ma non ha le prove, e si trova in una situazione di profonda debolezza: senza voce e credibilità. Dalla sua ha invece la noncuranza di Underwood, impegnato in sfide cruciali e che non sospetta ancora nulla del pericolo.
#4 Il vero leitmotiv sembra però chiaro: il sempre più evidente conflitto di interessi fra Frank e Claire, che appare di difficile soluzione. Divertente e più volte sottolineata nelle prime due puntate anche l’ipocrisia della coppia, dilaniata al suo interno ma costretta a mostrare un’inscalfibile coesione di facciata, per adesso solo a discapito di Claire (da cui si aspettano repliche appena possibile). L’astuzia di Underwood emerge anche nella capacità di depistare i giornalisti, che già avevano riportato le voci su un “probabile” litigio scoppiato fra i due coniugi, tirando in causa la madre di Claire. Questa è un’interessante novità: abbiamo visto molte volte sfruttare le debolezze familiari/sentimentali dei personaggi secondari della serie a vantaggio degli Underwood, ma per la prima volta entra in scena un parente degli stessi Underwood. Si crea una breccia quindi nel glaciale isolamento affettivo dei protagonisti, con un passato quasi senza volto (a parte i pochi racconti soprattutto di Frank) che potrebbe portare a nuovi intrighi. Perché almeno questi sono l’unica cosa certa di una serie perennemente sul filo del rasoio.
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