Per quei pochi che ancora non la conoscevano, Virginia Raffaele si è rivelata come l’autentica protagonista di questo Sanremo appena conclusosi. Lo dimostra il successo e l’approvazione che ha riscosso presso il pubblico e i media, tutti incantati dalla sua bravura.
La sua storia professionale è particolare e merita di essere sviscerata. Ragazza spigliata e dalla simpatia travolgente, è dotata di una personalità istrionica che le deriva probabilmente dall’essere nata e cresciuta in una famiglia circense (i genitori saranno tra i fondatori del parco giochi dell’Eur a Roma).
Virginia impiega dieci anni prima di emergere e affermarsi. Muove i primi passi nel mondo dello spettacolo grazie a quell’eccezionale scopritore di talenti che è Pippo Baudo; ma è la Gialappas band a lanciarla in tv. Il successo e la notorietà sopraggiungono però in tempi molto recenti: con “quelli che il calcio“, programma domenicale su rai 2, e poi, soprattutto, con le apparizioni nel seguitissimo “Amici” di Maria De Filippi. In mezzo, apparizioni fugaci in alcuni programmi politici: un’imitazione a Ballarò del ministro Boschi, rappresentata in modo evanescente e ammaliante, che suscita un vespaio di polemiche, critiche e finanche accuse di sessismo; e quella della Pascale da Santoro.
Il talento è dote riservata a pochi eletti ma da solo non basta. Come disse Hemingway, il 99% del successo deriva da abnegazione, fatica, impegno e solo l’1% dal proprio genio creativo e dall’ispirazione. Nel caso di Virginia Raffaele, le sue parodie sono il frutto di uno studio meticoloso del personaggio da interpretare, delle sue caratteristiche e dei suoi vari tic (perché ogni buona imitazione deve esasperarli), accompagnato da massacranti sedute di trucco che rasentano le 4 ore al giorno.
C’è chi ha scritto che valeva la pena di seguire questo Sanremo solo per assistere alle sue parodie; che questo Sanremo altro non fosse che un intermezzo tra lo spettacolo, le canzoni (brutte) e le sue brevi esibizioni. Non per caso i picchi di ascolto si registravano ogni volta che in video appariva lei.
L’imitazione più riuscita di Sanremo è stata indubbiamente Carla Fracci impersonata in maniera altezzosa ed allo stesso tempo irriverente. Esilarante quella di Sabrilla Ferilli, godereccia e un po’ burina; Belen Rodriguez, inutile a dirlo, è un suo cavallo di battaglia. Donatella Versace è stata invece quella meno divertente trattandosi di un personaggio troppo sofisticato e altero per suscitare il riso del pubblico.
Per la verità, Virginia Raffaele già l’anno scorso si esibì al festival di Sanremo, durante la penultima puntata, imitando in maniera strepitosa una Ornella Vanoni in stato di vaneggiamento. Un’imitazione così ben fatta e verosimile da ingenerare, almeno inizialmente, il dubbio che realmente si trattasse della celebre cantante. Si dice che quella sera Carlo Verdone abbia mandato un sms a Giovanni Veronesi per chiedere cosa le fosse successo; e che lei stessa fu tempestata di chiamate e sms per accertarsi delle sue condizioni.
Le imitazioni della Raffaele non strappano un mero sorriso ma fanno letteralmente spanciare dal ridere. Spiccano in un panorama che oggi, per la comicità italiana, appare abbastanza desolante. Basti pensare alla figuraccia che ha rimediato proprio al festival Brignano. O ai consueti spettacoli triviali di Luciana Littizzetto, che ormai non fa più ridere da anni.
Crozza sa ancora essere divertente, ma spesso sbaglia nella scelta di personaggi che non si prestano per niente al motteggio (Montezemolo, Napolitano, Marchionne ecc) ed indulge ad una satira bolsa ed eccessivamente politicizzata (la colpa in questo caso è soprattutto dei suoi autori, in particolare di Alessandro Robecchi). Corrado Guzzanti è sparito dalla circolazione; la sorella Sabina pare completamente ammattita. Paola Cortellesi ormai si dedica solo al cinema, come Neri Marcorè alla televisione. Ci sarebbe Lucia Ocone, che però lavora solo in programmi di nicchia ed è un po’ troppo ripetitiva nel modo di imitare.
Allora forse non è esagerato concludere che Virginia Raffaele è al momento la miglior imitatrice comica in circolazione.
E finalmente in televisione, in programmi di grande seguito, per una volta viene premiato anche il merito. Perché è vero che Raffaele inspiegabilmente ha ricevuto un compenso uguale a quello di Garko (143.000 euro) ma almeno stavolta l’eccezione di un programma televisivo in cui non presenziavano solo insignificanti vallette (e valletti) il cui ruolo è puramente ornamentale, ma anche persone, come Virginia Raffaele, scelte non per ragioni estetiche ma in virtù delle loro qualità.
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