Ed Wood di Tim Burton. La storia del peggior regista del mondo

6 modi per NON entrare nel mondo del Cinema

Ho scritto una lettera al direttore della Scuola Civica di Cinema di Milano:

Chiarissima Dottoressa Zagordi. Mi chiamo Anna, mi sono laureata da pochi giorni in Lettere Moderne ed entrare alla Civica era il mio sogno. Perché? Semplicemente perché amo scrivere storie. Per ora il mio amore per la scrittura trova sfogo negli articoli […] ma vorrei un giorno diventare una sceneggiatrice, come Charlie Kaufman. Sì, sono molto ingenua…

E questo è solo l’inizio. Vi risparmio buona parte dello sviluppo.

Ho premuto invia e me la sono immaginata lì, incasellata tra una newsletter di Groupon e una mail automatica che ha come mittente Kevin Sdkgj e come contenuto un virus, relegata alla sezione Spam della casella di posta elettronica della segretaria della segretaria della sottosegretaria di un qualche pezzo burocraticamente grosso della Scuola Civica di Cinema di Milano.

So che molti di voi sognano come me, non negatelo, di lavorare nel Cinema. E non dico fare i galoppini sfruttati di qualche casa di produzione o montare spot a budget 200 euro per promuovere la palestra sotto casa. Dico vincere un Oscar, un Leone d’oro, un Orso d’oro, un Pardo d’oro… un qualcosa d’oro che non sia un Tapiro, insomma.

Cinema. Lo scrivo con la lettera maiuscola perché lui per noi non è solo un’arte, è l’oggetto del desiderio. Lo abbiamo sempre amato, fin da piccoli, quando ci coccolava con Nightmare Before Christmas, Criminali da Strapazzo, A Qualcuno Piace Caldo e Margherita Va in Città. L’abbiamo beccato per caso, molto più incazzato, nelle serate a casa dell’amico pazzo delle superiori, con cui ci sparavamo Pulp Fiction, Trainspotting e Requiem For A Dream tutti di seguito fino alle 5 di mattina. Poi abbiamo cominciato a intravedere qualcosa di complesso in lui, Jules et Jim, Mullholand Drive, 2001: Odissea nello Spazio, La Dolce Vita. Ma è nelle aule fredde dell’università e delle accademie che abbiamo trovato il coraggio di avvicinarci davvero a lui. Era un’elettrizzante, continua scoperta (dell’acqua calda per alcuni, dell’oro colato per noi), mentre sullo schermo scorrevano gli esperimenti di Kulešov e tante altre cose che non avevo mai neanche immaginato.

Oh Cinema, noi ti amiamo ma tu? Non ho la più pallida idea di come farete, amanti del cinema, ad imboccare i bei tappeti rossi che vi condurranno sui palchi delle premiazioni. Anzi, proprio io sono la persona meno adatta a darvi consigli: mi trovate in fondo alla graduatoria di varie scuole a numero chiuso (in realtà ero a metà graduatoria, ma drammatizziamo un po’), tra cui la Civica. Il mio primo cortometraggio rimane non visualizzato tra i video privati del mio desolato canale YouTube. Le mie sceneggiature giacciono incomplete e immature. Questo perché ho smesso di crederci. Del resto sono sicuramente la persona giusta per darvi qualcosa di importante: la mia inesperienza, la testimonianza dei miei errori, di cui io stessa faccio tesoro.

Tutto questo preambolo per dire che qui di seguito, in esclusiva per Afterclap, trovate quella che forse è la prima guida completa, seria, competente, e oserei dire galattica, su come maldestreggiarsi (scusate il neologismo) nel mondo del Cinema. Questi sono gli errori che ho fatto io, presa dal mio impeto d’amore, non fateli anche voi. Non fateli.

1 Non mettetevi in discussione. Per combinare qualcosa, dovete pur cominciare a creare un vostro progetto. Ma attenti: mettersi alla prova con i primi scritti, cortometraggi etc. porta inevitabilmente a fare tantissime figure di merda. Provate, sì, ma non date a nessuno il potere di farvi sentire degli idioti. Anzi, se volete mantenere salda la vostra autostima, è molto meglio se guardate cosa fanno gli altri e li copiate. Dico sul serio: osservateli, giudicateli (male con commenti subdolamente acidi, naturalmente) e poi copiateli.

2 Non siate foolish. Mi spiace Steve, il tuo #StayFoolish è mainstream. Da ingenua, quale sono, vorrei dirvi che chi crede di essere già arrivato non andrà da nessuna parte se non dove già sta, impettito come un tacchino mentre noi, giovani di belle speranze, verremo premiati per la nostra umiltà. In un mondo giusto sarebbe così. Ma la realtà è che, se davvero vogliamo essere presi sul serio da qualcuno, dobbiamo vendere la merda per oro.

“In questo Paese, purtroppo, per farsi prendere sul serio bisogna prendersi sul serio.” La Grande Bellezza, Sorrentino

Troverete sempre chi cercherà di sminuirvi, atteggiandosi a gran maestro. Se davvero è più skillato di voi, stategli appresso perché l’unica cosa che potete fare è accettare la sua superiorità e copiarlo (vedi punto 1). Se è solo uno skizzato (la K è per fare il paio con skillato) e megalomane, siete del tutto legittimati a sorridere e annuire per poi deriderlo appena si gira.

3 Guardate ai vostri lavori con gli occhi della dea bendata.

Sono rimasta molto ferita nel sentirmi dire in tono blasé, da un membro della suddetta Commissione [della Scuola Civica di Cinema], che in realtà ci sono molte Commissioni (ha senso mettere la maiuscola?) e che quest’anno “va a fortuna”. [….] Vi prego di dirmi che le sceneggiature e i cortometraggi di migliaia di candidati non sono stati giudicati dal solo occhio della dea fortuna. La dea fortuna è bendata.

Cito un altro estratto della mia fantastica lettera alla Chiarissima Dottoressa Zagordi per farvi capire che se voi vedete qualcosa di bello nei vostri lavori, non è detto che lo veda qualcun altro. Anzi, non è proprio detto che qualcun altro abbia voglia di guardare i vostri lavori con l’attenzione che, secondo voi, meriterebbero. La fortuna gioca un ruolo importante ma, essendo bendata, lei non guarda proprio un cazzo. Fatevi tanti amici in certi ambienti. Non so se mi spiego.

4 Non ammettete i vostri errori. Ed è esattamente ciò che io sto facendo scrivendo questo articolo. Non è una cosa sfigata? Vi prego, almeno voi non fatelo. Troverete tantissime persone che vi sbatteranno in faccia le vostre debolezze: vi verrà da lagnarvi con loro e fare la vittima (lo sanno bene i ragazzi con cui ho collaborato alla mia “opera prima”) ma invece si tratta dei migliori alleati che si possano avere, semplicemente perché vi stanno obbligando a stringere i denti e a cercare di migliorare. Ma questo non ditelo a nessuno. Voi siete dei geni, magari incompresi, ma sempre e comunque dei geni.

5 Non scrivete lettere disperate alla direttrice della Civica. La Chiarissima Dottoressa Zagordi mi ha risposto in modo molto gentile, dandomi delle puntuali delucidazioni, ma le sue parole non hanno cambiano il mio futuro né il suo: due linee parallele che non si incontreranno mai. Perché penare? Ci sono tante altre opportunità là fuori: fior di accademie tanto costose che riuscirete ad ammortizzare l’investimento solo una volta che Spielberg vi prenderà nella sua équipe. Quindi le lettere disperate riserviamole agli amanti o, meglio ancora, ai genitori che ci devono finanziare gli studi.

6 Non seguite nessuno di questi consigli. La nostra generazione è convinta di poter realizzare tutti i propri sogni. Mi spiace comunicarvi che non è affatto vero. Ma se noi ce ne fregassimo e provassimo a realizzarli comunque? Se noi lasciassimo perdere ogni buon consiglio e ci buttassimo semplicemente in ciò che ci fa sentire vivi?

Io ora continuo a scrivere articoli sconnessi, a fare strane foto e buffi video. Farò ancora tante altre volte la figura della stupida ma, sapete una cosa? Non c’è figuraccia che io non rifarei. Non c’è figuraccia che io non sia pronta a rifare.

Lode al Cinema.

Ed Wood di Tim Burton. La storia del peggior regista del mondo
Ed Wood di Tim Burton. La storia del peggior regista del mondo

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*