Robert Hood: da Detroit con amore

Robert Hood: da Detroit con amore

Negli ultimi anni la musica techno ha avuto una grandissima spinta espansiva che ha portato il genere ad essere conosciuto da un numero sempre più ampio di persone, ma come spesso accade in questi casi non tutti ne capiscono  lo spirito profondo, la sua vera essenza, rapportandosi ad essa in maniera sbagliata.

Per questi motivi che segnano un’evidente carenza culturale alla base del pubblico sempre più ampio a cui ormai questo tipo di musica cerca di arrivare, è necessario ogni tanto andare a raccontare le storie di coloro che ne sono stati i padri fondatori; è proprio quello che oggi cercheremo di fare parlando del maestro Robert Hood.

Robert è nativo di Detroit, la città americana in cui la techno è nata, e inizia la sua carriera leggendaria unendosi all’UNDERGROUND RESISTANCE, etichetta fondata nel 1989 da Jeff Mills e Mad Mike Banks , progetto che attraverso la creazione di una musica di pura avanguardia cercava di esprimere critica e ribellione nei confronti della situazione politico-sociale della Detroit più che mai industriale dell’inizio degli anni’90.

Già da questa piccola introduzione si potrà intendere che non stiamo parlando di un semplice genere musicale, ma di una cultura vera e propria, con basi solide, che nel solco di esperimenti portati da geni del passato, come ad esempio John Cage, intendeva ribaltare il canone classico di musica intesa come perfezione della forma attraverso la partitura ,inserendo l’elemento più qualitativo del sound, un sound che si basava sulla concezione del rumore ad esempio delle macchine come componente fondamentale per la musica del futuro.

L’etichetta UNDERGROUND RESISTANCE diventerà in seguito canale di distribuzione della seconda ondata di Detroit techno, ma nel 1992 sia Robert Hood che Jeff Mills decidono di iniziare una carriera da solisti.

In questo senso Hood decide di continuare il progetto di una techno minimale e ipnotica, da lui definita anche soulfulness techno; ponendo quindi le basi per la diffusione di questo tipo di musica in Europa con Berlino come epicentro.

La sua techno è anche un misto di house e gospel che può essere facilmente rintracciato in tracce come ad esempio “we magnify his name”, che vi consigliamo di ascoltare assolutamente per capire di cosa stiamo parlando, anche se quello che è considerato il suo lavoro migliore in tal senso è l’album INTERNAL EMPIRE.

Nel 1994 Robert fonda l’etichetta M-PLANT, che un paio di anni fa  ha festeggiato il suo ventennale, etichetta su cui il maestro pubblica moltissime delle sue release sotto lo pseudonimo di FLOORPLAN, con cui ha prodotto tracce epiche come “never grow old”  “baby baby” e “dancer”.

Per andarlo a sentire dal vivo basta seguire le informazioni sulle numerose date che tiene nel nostro paese, recentemente ha suonato al Dude Club in Milano, al Movement music festival a Torino e la scorsa estate al Social Music City sempre a Milano.

MUCH LOVE

 

 

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