Nel caso non lo aveste ancora capito, ribadiamolo: I Birbanti tornano in scena più energici che mai con lo spettacolo “Au Manoir Saint Germain”. Li vedrete sul palco del Teatro Silvestrianum il 13 e il 14 dicembre, in clima ormai natalizio, con un intreccio di quattro storie dolcemente comiche e ironicamente romantiche, ambientate tra le suite di un lussuoso albergo parigino.
Si tratta di una cosa un po’ alla New York Stories capitolo di Woody Allen, inesauribile fonte di ispirazione per il regista e drammaturgo Alessandro Onorato, ma anche un po’ alla Hotel Chevalier di Wes Anderson (cortometraggio con Jason Schwartzman e Natalie Portman, tanto per chiarire le idee a noi ciNOfili) e pure un po’ alla Do Not Disturb di Yvan Attal (commedia francese con Yvan Attal, Laetitia Casta, François Cluzet, Charlotte Gainsbourg e Asia Argento, mi rivolgo sempre a noi ciNOfili). E, perché no, aggiungiamoci pure un pizzico di The Big Kahuna e, su mia più o meno libera interpretazione, una spruzzata di Four Rooms, film a episodi girato, tra gli altri, da Tarantino e Rodriguez…
Ho avuto l’onore di passare una mattinata con uno degli attori protagonisti nonché autore di un capitolo dello spettacolo, Gabriele Zaffarano.
Il clima che si respirava in Stazione Centrale alle 10 e 30 a.m. all’indomani dell’attentato di Parigi, non era affatto natalizio. Il saluto caloroso di Gabriele, però, ha portato un poco di amichevole quiete nel bel mezzo della paranoica Milano. Gabriele Zaffarano è un ragazzo con la faccia pulita, gli occhiali spessi e il sorriso beffardo.
Piemontese di Cavaglià, piccolo comune in provincia di Biella, ha avuto la saggia idea di laurearsi alla Bocconi di Milano e ora lavora alacremente in quel di Bologna. Un’irresistibile passione per il cinema e il teatro, però, lo attrae tutti i weekend nella capitale della Moda e della Borsa, dove mette anima e corpo nelle prove per lo spettacolo. Ecco cosa ci dice su “Au Manoir Saint Germain”.
Che personaggio interpreti in “Au Manoir Saint Germain”?
GABRIELE: «Io sono Sheldon, un ragazzo che cerca l’amore ma è perseguitato dal fantasma di una mamma apprensiva. Letteralmente perseguitato. Letteralmente dal fantasma.
Che dire? Sheldon è un tipo buffo. Per citare Scorsese: ” – Sei un tipo buffo. – Buffo come? Come? Che cazzo ci trovi di tanto buffo? .” Ed è simpatico. Però è oppresso dalla madre, ingabbiato. Incontra una donna, Jane (Alessandra Viganò), che ha già una famiglia e cerca un padre per i suoi figli… un’altra gabbia, insomma. Però c’è una seconda donna, Trivia (Giulia Pagano), che fa la medium ed è uno spirito libero. Sheldon ha bisogno di libertà. »
Come hai lavorato sul tuo personaggio?
GABRIELE: «Sono partito con la memoria per poi arrivare a calarmi nella parte: ho imparato le battute e i movimenti e man mano ho iniziato a sentirli miei. Mi piace molto il testo: è accattivante e, di conseguenza, ci lavoro con energia. Stimo molto Alessandro Onorato. La seconda fase è stata quando, sapendo cosa dire, mi sono concentrato su come dirlo e sulle emozioni che provavo. A Bologna studio recitazione con un metodo basato sulle teorie di Grotowski. Inoltre Alessandro mi ha dato moltissime indicazioni sui movimenti e mi ha consigliato di sfruttare l’appoggio delle bravissime attrici che mi fanno da spalle, Alessandra Viganò, Giulia Pagano e Eleonora Braconaro, che interpreterà il ruolo della mia pesantissima madre. Non mi è dispiaciuto lavorare circondato da belle ragazze.»
So che devi interpretare delle scene d’amore, come le vivi?
GABRIELE: «Devo essere sincero: all’inizio ero in imbarazzo. Ne ho parlato molto con Alessandra Viganò, la mia partner di scena. Ci siamo visti dopo le prove, ci siamo scambiati consigli e abbiamo iniziato a sentirci sempre più a nostro agio. Tutto ha cominciato a venirci più naturale. Poi lei è decisamente di bella presenza…
Giulia Pagano, l’altra partner, mi trasmette un’energia incredibile ma ho deciso di approfondire di meno il rapporto tra il mio e il suo personaggio, Trivia: sul palco voglio restituire la freschezza del primo incontro.»
Uno degli episodi che compongono lo spettacolo, è scritto da te. Sei soddisfatto di come verrà rappresentando?
GABRIELE: «Ho scritto “Suite 1408”, l’episodio ispirato a Do Not Disturb di Yvan Attal. Parla di due amici, un trentenne e un ventenne, entrambi etero, che accettano la scommessa di girare un film porno gay amatoriale.
Sono contento che a interpretarlo ci siano Chicco Dossi e Federico Mezzottoni perché tra loro c’è un’intima amicizia, questo permette di costruire un rapporto altrettanto intimo sul palco.»
Ma tu sei un attore o un autore?
GABRIELE: «Entrambi e anche regista. Amo tantissimo il cinema. Probabilmente il mio regista preferito è Martin Scorsese.
Penso che, per fare lavori di scrittura e regia, sia importante avere un’esperienza di attore. Come regista, credo si debba curare molto la recitazione del proprio cast, cosa che riesci a fare solo se sai come si funziona il lavoro attoriale
E poi amo recitare perché la mia curiosità mi spinge a esplorare epoche e culture che non conosco. Mi piacerebbe troppo recitare il ruolo di Travis Bickle in Taxi Driver o di Ricky Roma in Glengarry Glen Ross..»
“Au Manoir Saint Germain” andrà in scena poco prima di Natale, ha qualcosa di natalizio?
GABRIELE: «Sì. Ha un sapore malinconico che però trova una sua positività, un happy ending. Questo è il Natale.»
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