Diario di una stagista fuori sede #3

Diario di una stagista fuori sede #3

<<Hai già trovato una stanza?!>>

<<No… ma la prossima settimana scenderò a Roma e inizierò la ricerca…>>

La conversazione finì dopo un altro scambio di battute. Ma non mi sorprendeva, del resto Lui non era mai stato un tipo molto loquace al telefono. Però aveva ragione. Dovevo darmi una mossa e cercare una stanza dove alloggiare. Da quando Maria Sole mi aveva dato conferma che avrei iniziato lo stage di lì a un mese, mi ero persa in mille preparativi per la partenza, rimandando però il “problema casa”.

Infondo fare una ricerca di questo tipo a più di 600 km di distanza non era molto facile.

Di annunci se ne trovano e molti: “Affitto stanza singola… affitto posto letto… affitto monolocale…” il vero problema sta nel trovare il mix perfetto. Deve essere una stanza proporzionata qualità-prezzo per così dire. È importante la zona di collocazione: a chiunque piacerebbe vivere in un appartamento con vista sul Colosseo, ma gli affitti in centro storico sono off-limits per chiunque non abbia un lavoro più che ben retribuito. Per cui ci si sposta in periferia, ma non troppo: la casa non deve essere isolata e sperduta. È importante che ci siano i servizi “base” (farmacie, supermercati, tabaccai…) e che ci siano abbastanza mezzi di trasporto a disposizione per potersi muovere con facilità nella città.

E non tralasciamo la casa! Ho visto stanze in appartamenti così mal ridotti che voi umani potete solo immaginare: sacchi dell’immondizia all’ingresso, lasciati accatastare fino a che qualche anima pia non si degni di buttarne almeno uno; rotoli di polvere che neanche il miglior film western riuscirebbe a rendere uguali; piatti e stoviglie da lavare impilati in ogni spazio libero della cucina; lenzuola di flanella in piena estate; scarichi della doccia dai quali si potrebbero ricavare intere parrucche e molti altri dettagli non adatti ai deboli di cuore. E ahime, solo in questi contesti ci si rende conto di quanto una mamma sia fondamentale!

Ma se la ricerca della stanza/casa perfetta è difficile, quella dei coinquilini lo è di più. Perché purtroppo non a tutti piace l’ordine e non a tutti piacciono le pulizie. E gli studenti universitari vivono un po’ in un mondo a parte dove molti aspetti della vita casalinga vengono tralasciati perché non ritenuti indispensabili. E così per poter sopravvivere ci si affida a turni di pulizie e ordine forzato negli spazi comuni (non sempre rispettati ovviamente).

Ringrazio mia madre di avere una mania per la casa: le sue lezioni di cucina e il suo costante desiderio di mantenere ordine e pulizia mi hanno aiutata a sopravvivere al meglio. Ma purtroppo anche a rendermi conto che non tutti abbiamo lo stesso grado di pulizia e di rispetto per gli altri, soprattutto per altri sconosciuti, con cui ci si trova a convivere per forza di cose. E credetemi, in queste situazioni saper pulire un bagno è davvero importante.

Ma questa volta, posso dire di essere stata davvero fortunata: dopo aver inserito i criteri della mia ricerca su una pagina di annunci su facebook, sono stata contattata da una ragazza che affittava una stanza proprio con le caratteristiche che cercavo! Chiacchieriamo della casa, delle ragazze che la abitano, della zona e prendiamo appuntamento qualche giorno dopo. Arrivo con un po’ di anticipo per poter dare uno sguardo anche alla zona: molti negozi, molti alberi, molta gente. Step 1: superato!

Il condominio è un po’ vecchiotto, ma il servizio di portineria all’ingresso e un bel cortile che fa da “anticamera” a tutte le scale del complesso gli fanno superare anche lo step 2.

Suono il campanello e ad accogliermi viene una ragazza della mia età con grandi occhi verdi e corti capelli castani. Si sente subito profumo di candele. La casa è pulita e in ordine, l’aroma di caffè che inebria la cucina giustifica l’unica caffettiera fuori posto. Le spese per le utenze non sono eccessive e la stanza, decorata con mobili semplici e tende colorate, è proporzionata al costo dell’affitto. Step 3: superato! Guardo trasognata quella ragazza e non riesco a dire altro se non: <<La prendo!>>

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