Quest’estate faceva caldo anche lì. In una città europea fredda e austera come Vienna, l’afa si avvertiva e affaticava i viennesi che in giacca e cravatta scendevano in metropolitana.
Ero già stata a Vienna, ma in primavera e con la neve.
Come può cambiare l’impressione che abbiamo di un luogo in base alla stagione, così come può cambiare quella di una persona nelle nostre diverse stagioni della vita.
Quando sono uscita fuori dalla fermata della metro di Stephansplatz, ho ammirato il duomo gotico di Santo Stefano, edificato nel XII secolo, e ho visto sul tetto disegnata l’imponente aquila bicefala dell’impero asburgico.
Ho attraversato poi la via dei negozi, Kaerntner Strasse: vetrine ampie e lustre, marche note e prestigiose poste in un viale ampio e ordinato, palazzi con elementi liberty, fino a quando ho notato un ascensore trasparente e circolare che apparteneva ad un grande magazzino, lo Steffl Department Store, come la nostra Rinascente a Milano. L’ho preso e si è aperta davanti a me una visuale di Vienna dall’alto con tutti i suoi tetti e l’imponenza del Duomo con la sua torre di 136 metri che i Viennesi chiamano appunto affettivamente “Steffl”. A volte trovi dei campanili moderni per ammirare la città dall’alto senza fare 300 gradini!
Sempre nella stessa via, se osservate con attenzione, c’è un dipinto che ricorda il movimento della Secessione di Klimt con gli stessi colori dorati e accesi.
Infine, proseguendo, una sosta all’Hotel Sacher è d’obbligo: qui potrete assaggiare la squisita e originale torta Sacher: vi assicuro come questa non ne assaggerete altrove, è morbidissima.
Camminando sempre dritto per un po’ infine troverete l’edificio che in me ha suscitato maggiore meraviglia ovvero quello della Secessione, caratterizzato da un cubo bianco con una cupola di foglioline dorate, edificato nel 1898 per rappresentare il simbolo dell’arte moderna mitteleuropea che si separava appunto da quella accademica.
Il movimento secessionista viennese trova in Gustav Klimt e nella sua opera un grandissimo autore. Da non perdere il “Fregio di Beethoven”, un capolavoro ricco di allegorie che corre lungo la sala inferiore per 34 metri. Mentre lo osservate ascoltate la Nona Sinfonia di Beethoven: “L’inno alla gioia”.
Provate ad ammirare come la musica così incalzante bene si sposi con questa rappresentazione coinvolgendovi. Cosa mi è piaciuto di quest’opera, oltre all’oro delle decorazioni? Il tema. Un tema positivo! L’artista rappresenta la ricerca della felicità. Un eroe moderno che intraprende il viaggio della vita verso tutto ciò che noi rincorriamo da sempre: la felicità. Deve quindi superare gli ostacoli della vita raffigurati da donne tentatrici e mostri, fino a trovare, grazie all’arte della musica, pace e compimento in un bacio appassionato. Un vortice di figure che esprimono un’energia trascinante.
Infine nel mio itinerario a Vienna, vi consiglio di visitare i giardini, sono davvero molti in questa città e tenuti bene. Alcuni fanno da cornice a palazzi magnifici come il Belvedere, splendida residenza estiva fatta edificare dal Principe Eugenio di Savoia: passeggiate nei sentieri sterrati dei suoi giardini scendendo gradualmente verso il basso, come le cascatelle delle fontane che li abbelliscono, ammirando i minuscoli fiori che le costellano e prendendo fresco su una panchina.
La frescura del crepuscolo e l’eleganza del palazzo sullo sfondo vi mostreranno un altro volto di Vienna.
Claudia V.
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