14 Settembre 2013

Expo, a personal review

La vita ci pone spesso davanti a due scelte: guardare sempre al passato, stando in una fissità che ci rende immobili e bloccati nello stesso magma, oppure abbracciare il futuro, voltare pagina, darsi la possibilità di andare avanti, di cambiare vita.

Milano ha acquistato il format di Expo il 31/3/2008 per 1.180.000 euro.

Vi rendete conto, il progetto Expo è stato acquistato addirittura 7 anni prima della sua realizzazione.

Come sarebbe andata? Ce l’avremmo fatta? Saremmo riusciti a finire il progetto in tempo? Saremmo riusciti a non farci invischiare nella mafia? Saremmo riusciti a realizzare un progetto di respiro internazionale ammirato in tutto il mondo?

Se ci fossimo spaventati delle difficoltà, del tempo che mancava, dell’esito futuro, ci saremmo arresi prima di partire e alla luce di quello che oggi e ora è Expo sarebbe stato solo un fallimento, per noi però, non per gli altri.

Invece in 7 anni e in questi mesi abbiamo vissuto la preparazione e l’attesa di questo evento. I risultati finali con i loro successi e insuccessi “li scopriremo solo vivendo”.

Ora vi esprimo il mio parere sull’evento.

Lati positivi: le architetture sono scenografiche e l’entusiasmo di curiosare e vedere culture differente è grande.

Quali padiglioni consigliarvi?

Se volete divertirvi salite o meglio abbarbicatevi sulla rete metallica del Brasile e dondolatevi su e giù. Poi non mancate di visitare il padiglione della Cina: all’esterno ci sono tanti ranuncoli gialli-arancione e, una volta entrati, un tappeto di tubi al led che cambiano colore dal bianco, all’azzurro e al rosso, disegnando immagini particolari, cattureranno la vostra attenzione. Al piano superiore poi guardate il video sul cartone animato che raffigura la coesione della famiglia cinese con un disegno che sembra pennellato sulla carta di riso che rappresenta questa dolce nonna con i suoi nipoti e la festa di primavera con i fuochi d’artificio e le lanterne.

Poi dirigetevi nel padiglione più avveniristico e popolato di sceicchi dell’Expo: quello degli Emirati Arabi. Potrete vedere le oasi e la risorsa prima del Paese: i datteri. E’ il padiglione più tecnologico, in quanto proietta a 180 gradi un fimato che ti coinvolge e che racconta una storia ed è uno dei pochi che realmente affronta il tema dell’alimentazione con uno spirito di collaborazione e interazione tra popoli.

Se invece non volete perdere il contatto con la natura recatevi in Austria dove potrete attraversare un bosco vero con tanto di profumi.

Infine ad Israele vi mostreranno un sistema di irrigazione che realmente mette in opera il concetto di ecosostenibilità: tecniche agricole basate sullo sfruttamento dell’acqua piovana e la non dispersione neanche di una goccia d’acqua sono innovative e risolleveranno l’economia del Paese.

Oppure andate in Malaysia dove vi riempirete gli occhi dei colori intensi dei fiori e delle piante selvagge, dei colori dei mari e delle spiagge di questa splendida terra, così vorrete partire subito per una vacanza.

I punti critici? I contenuti: quanti padiglioni affrontano relamente il tema dell’alimentazione? Quanti trovano nel concreto soluzioni per diminuire la fame nel mondo? Quanti promuovono la cooperazione tra popoli? Quanti invece non fanno semplicemente una promozione del loro turismo?

Sta a noi, uomini con idee e soluzioni, prendere il meglio da ogni possibilità per migliorare la nostra realtà, il nostro futuro.

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